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Guerra in Libia, Maroni: “Stati Uniti si diano una calmata”

La situazione in Libia è sempre più un misto di violenza, confusione e disinformazione. Gheddafi annuncia di aver sconfitto i ribelli in molte città. I rivoltosi da parte loro smentiscono. Intanto Maroni invita gli americani a darsi una calmata per evitare la nascita di un nuovo Afghanistan nel Mediterraneo.
A cura di Cristian Basile
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Maroni Stati Uniti

La situazione in Libia è un misto di confusione, violenza e disinformazione di un regime che non dà per persa nessuna battaglia. Gheddafi che ieri ha attaccato duramente alcuni feudi dei ribelli è riuscito a fermare l'avanzata dei ribelli verso Sirte. Alla televisione pubblica ha affermato l‘esercito libico ha sconfitti i ribelli ad Al Zawiya, Misurata e Tobruk. Tuttavia, nonostante decine di sostenitori del dittatore sono scesi in piazza per festeggiare il suo annuncio, ci sono informazioni contraddittorie sul controllo di queste città.

Intanto la comunità  internazionale è sempre più divisa sul da farsi, tra chi vorrebbe un intervento concreto per aiutare i rivoltosi a chi vorrebbe limitare gli aiuti ad un'azione umanitaria. Oggi il ministro dell' Interno Roberto Maroni, a Bergamo per una festa della Lega, ha lanciato un monito agli Stati Uniti, invitando gli americani a non prendere decisioni affrettare. "Vorremmo evitare che la Libia si trasformi in un nuovo Afghanistan, ma gli americani farebbero bene a darsi una calmata. Noi siamo qui, l’Europa è qui, è meglio dunque che ce ne occupiamo noi".

Roberto Maroni, ha poi ricordato che sul rischio di un nuovo Afghanistan nel Mediterraneo "fino a qualche settimana fa in Europa dicevano che stavamo esagerando, ma anche gli Usa adesso dicono le nostre stesse cose". Il ministro ha anche parlato del problema fondamentalismo e dell'immigrazione dai paesi dell'Africa del nord travolti dalle proteste: "Dobbiamo evitare sia la fuga in massa verso l’Europa sia che il crollo di questi paesi porti alla nascita di regimi sostenuti dal fondamentalismo islamico, con il rischio di infiltrazioni di al-Qaeda. Maroni infine ha sottolineato: "Il mio non è allarmismo ma è una preoccupazione seria e chi afferma il contrario lo fa o per interesse o perchè non capisce. Noi conosciamo bene quei paesi e i rischi che corriamo".

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