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Guerra in Libia: la NATO conferma vittime civili in un bombardamento

Dopo la notizia di morti e feriti, lanciata ieri dal regime libico, oggi arriva la conferma di un bombardamento errato da parte della NATO. Un malfunzionamento del sistema di guida di un missile ha causato una strage.
A cura di Antonio Palma
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Bombardamento in Libia

La notizia di ieri della morte di civili, tra cui due bambini, nei bombardamenti NATO, riportata dalle autorità libiche, è stata confermata dall’alleanza atlantica. Il bilancio delle vittime dell’incidente, secondo il regime libico, è stato di nove morti, fra cui due bambini, e diciotto feriti. Il bombardamento era uno dei tanti che in questi giorni la NATO sta compiendo sulle città sotto il controllo del regime di Gheddafi, con il tentativo di annientare tutte le sue difese e costringerlo alla resa.

Questa volta qualcosa non è andato per il verso giusto e un “malfunzionamento del sistema", come hanno ammesso fonti NATO, “ha provocato alcune vittime civili". Le bombe dovevano colpire un impianto missilistico, ma un missile è andato fuori bersaglio finendo su un palazzo di un quartiere popolare di Tripoli e provocando una strage.

Il generale Charles Bouchard, comandante delle operazioni NATO in Libia, si è detto “dispiaciuto per la perdita di vite civili innocenti”, ma ha ribadito che l’alleanza atlantica sarà determinata a combattere “ un regime che usa violenza contro i suoi cittadini". Con quella di ieri, è la seconda volta che la NATO ammette di aver sbagliato un bombardamento da quando sono iniziate le operazioni aeree contro le forze di Gheddafi: un altro errore c’è stato sabato per un bombardato a una colonna di ribelli, in una zona di operazioni militari tra quest’ultime e le truppe fedeli a Gheddafi.

Bombardamenti in Libia

Bombardamenti in Libia

Le autorità di Tripoli hanno subito cavalcato l’episodio, già ieri il viceministro degli Esteri libico, Khaled Kaim, aveva detto “Questo è un altro segno della brutalità dell’occidente”. Oggi Abdelati Obeidi, ministro degli esteri, ha commentato "è un patetico tentativo di fiaccare il morale della popolazione di Tripoli", lanciando una sfida alla NATO e all’occidente "Non perdoneremo mai, non dimenticheremo mai”.

Dalla parte opposta, i ribelli hanno addossato la responsabilità finale dell’accaduto a Gheddafi e ai suoi uomini, che secondo loro, cercano intenzionalmente questo tipo di stragi installando postazioni militari, possibili obiettivi della NATO, vicino alle abitazioni civili.

Intanto un messaggio di speranza arriva dal segretario dell’Onu, Ban Ki-moon, che pur precisando che la pace è ancora lontana, ha segnalato che si stanno ponendo le basi per un futuro negoziato sotto l’egida del suo inviato speciale in Libia, Abdul-Ilah Al-Khatib.

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