Guerra in Libia: Gheddafi è pronto a trattare con la Nato ma non a lasciare il Paese
Un discorso lungo 80 minuti per fare un piccolo passo verso la pace. Il Colonnello Mu'ammar Gheddafi nel suo discorso alla nazione, trasmesso dalla tv di stato libica e da Al Jazeera, si è detto pronto a negoziare la fine dei raid aerei con le potenze alleate: "Noi non vi abbiamo attaccato né abbiamo sconfinato– ha detto il colonnello-. Perché ci attaccate? Trattiamo, siamo pronti a parlare con i Paesi che ci attaccano. Trattiamo". Un'apertura che sostanzialmente vuole porre fine ai raid aerei della Nato che, ultimamente, si stanno facendo sempre più frequenti. La proposta del raìs è quella di un "cessate il fuoco unilaterale", di un patto cioè che faccia tacere le armi non solo del regime ma anche degli alleati: "Siamo i primi ad accogliere un cessate il fuoco, la porta alla pace è aperta"- ha detto Gheddafi.
E se le potenze alleate non prenderanno in considerazione la sua mano tesa, il popolo libico è pronto a combattere fino alla fine: "O libertà o morte" ha tuonato il colonnello. Gheddafi si è poi rivolto ai ribelli, contro i quali le sue truppe sono impegnate in una logorante battaglia, e ha invitato anche loro a porre fine alle ostilità perché "non possiamo combattere tra di noi, noi siamo una sola famiglia". Su questo punto si era già espresso Mussa Ibrahim, il suo portavoce, che in una conferenza stampa aveva paventato la possibilità di concedere un'amnistia ai ribelli qualora questi deponessero le armi. Ma la proposta sa tanto di ultimatum, considerato che il termine per accettarla scade il 3 maggio.
Alle aperture del colonnello fa però da contraltare la sua intenzione di non lasciare il Paese, un'intenzione che ha ribadito con forza anche in quest'occasione e che sicuramente mette in discussione la bontà della sua proposta.
Intanto sulla Libia continuano i bombardamenti della Nato, ai quali da due giorni partecipa anche l'Italia. Secondo fonti libiche, tre jet dell'Alleanza Atlantica hanno sganciato dei missili su obiettivi militari posizionati a poca distanza dall'edificio in cui Gheddafi ha tenuto il suo discorso. Nessun danno è stato causato all'edificio in questione, mentre in prossimità del Ministero di giustizia s'è aperta una voragine.