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Guerra in Costa d’Avorio, l’ONU e la Francia attaccano il dittatore Gbagbo

Improvvisa svolta in Costa d’Avorio. Nel paese africano, dove da giorni è in corso una sanguinosa guerra civile tra le forze del presidente uscente Gbagbo e quelle del presidente eletto Outtara, sono intervenute le forze dell’Onu e della Francia per mettere fuori gioco le armi pesanti del dittatore Gbagbo.
A cura di Cristian Basile
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Costa d'Avorio guerra

Il mondo è in rivolta, mentre continuano gli scontri nello Yemen, in Siria nella Libia di Gheddafi, cresce la tensione anche in Costa d'Avorio, il paese africano dove da giorni è in corso quella che ormai ha preso i contorni di una vera e propria guerra civile. Poco dopo che un responsabile delle Nazioni Unite minacciasse le forze leali a Laurent Gbagbo, che da sei mesi, nonostante la sconfitta elettorale, non vuole lasciare il potere, elicotteri dell'organismo internazionale e della Francia hanno sparato sugli ultimi bastioni del presidente uscente: la sua residenza, il palazzo residenziale e due basi militari ad Abiyàn.

"Abbiamo lavorato con le forze francesi in conformità al nostro mandato ed alla risoluzione 1975 delle Nazioni Unite",  ha spiegato il portavoce delle forze Onu del paese, Hamadoun Tourè, confermando gli attacchi. Secondo quanto assicurato dall'Eliseo in un comunicato, l'operazione ha lo scopo di "neutralizzare le armi pesanti utilizzate da Gbagbo contro i civili ed il personale delle Nazioni Unite ad Abiyàn".

Gli attacchi degli elicotteri francesi e degli Nazioni Unite sono iniziate mentre le forze del vincitore delle elezioni presidenziali, Alassane Outtara, hanno iniziato "l'offensiva finale" sulla capitale. La città, capitale economica della Costa d'Avorio, è teatro ormai da diversi giorni di violenti scontri tra i sostenitori del presidente uscito vincitore dalle scorse elezioni di novembre e riconosciuto dalla comunità internazionale, Alassane Ouattara e quelli fedeli al capo di stato uscente Laurent Gbagbo.

Ad annunciare l'attacco è stata la presidenza francese in un comunicato: "in conformità con la risoluzione 1975 del consiglio di sicurezza dell'Onu, l'Onuci (la forza delle Nazioni Unite in Costa d'Avorio) ha avviato una serie di azioni per neutralizzare le armi pesanti utilizzate contro i civili e il personale delle Nazioni Unite ad Abidjan". L'Eliseo ha poi specificato che è stato "Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon a chiedere il sostegno delle forze francesi a queste operazioni. Il presidente della Repubblica (Nicolas Sarkozy, ndr) ha risposto positivamente a questa richiesta e ha autorizzato le forze francesi a partecipare alle operazioni condotte dall'Onuci per la protezione dei civili". Il comunicato dell'Eliseo finisce con la richiesta della Francia dello "stop immediato di tutte le violenze contro i civili", avvisando inoltre che "gli autori di questi crimini dovranno risponderne davanti alla giustizia".

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