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Grillo detta le regole per le Europee: chi le “tradisce” paga 250mila euro

Il capo politico del Movimento 5 Stelle avvia la fase di selezione delle candidature e mette nero su bianco le “regole” per i candidati (e gli eletti) al Parlamento Europeo: stretta sulla comunicazione, via al “recall” e dimissioni obbligatorie in caso di violazioni. E chi sbaglia paga.
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Parte oggi, con il "comunicato politico" di Beppe Grillo, la lunga rincorsa del Movimento 5 Stelle all'appuntamento delle Elezioni Europee 2014. Una sfida complessa ma sulla quale i grillini hanno mostrato di voler puntare forte, con il tentativo di accreditarsi come primo partito e mettere pressione al Governo Renzi (ai nostri microfoni il mantra è chiaro: "Diventando il primo partito potremmo pretendere da Napolitano lo scioglimento delle Camere"). Ora il capo politico e rappresentante del Movimento 5 Stelle mette nero su bianco la normativa per la presentazione delle candidature e rilancia il codice di comportamento dei candidati e degli eletti al Parlamento Europeo.

Cominciamo col dire che "la selezione dei candidati verrà effettuata attraverso votazione in Rete a cui potranno partecipare gli aderenti al MoVimento 5 Stelle aventi i requisiti (iscritti al MoVimento 5 Stelle entro data 31-12-12 e con documento certificato entro il 20 marzo 2014, non diffidati, non svolgenti carica elettiva e non facenti parte di una lista partecipante alle elezioni amministrative 2014 certificata o in via di certificazione, ndr), secondo l'apposita procedura di selezione dei candidati e formazione delle liste (ci sarà una sorta di ballottaggio interno, sempre online, ndr)". Tutti gli adempimenti tecnico – burocratici saranno svolti da "Beppe Grillo, quale capo politico del MoVimento 5 Stelle e suo rappresentante", nonché da un comitato ristretto di delegati per le europee composto da Silvana Carcano, Vito Crimi, Gianni Benciolini, Stefano Patuanelli, Roberta Lombardi, Davide Barillari, Roberto Fico, Luigi Di Maio, Riccardo Nuti, Alessio Mattia Villarosa.

La parte più interessante (oltre chiaramente a quella riguardante il programma, sulla quale torneremo), è senza dubbio quella del "Codice comportamento per i candidati del MoVimento 5 Stelle alle elezioni europee e per gli eletti al Parlamento europeo", proprio perché prevede novità, sperimentazioni e scelte destinate comunque a far discutere. C'è prima di tutto un ragionamento sulla linea politica, con concetti che vengono ribaditi: "I deputati del M5S al Parlamento europeo, salvo quanto di seguito previsto, non dovranno associarsi ad altri gruppi politici, se non per votazioni su punti condivisi";  "laddove si manifestasse la possibilità di costituire in seno al Parlamento europeo un gruppo politico con deputati di altri Paesi europei che condividano i valori fondamentali del MoVimento 5 Stelle verrá fatto su proposta di Beppe Grillo, in qualità di capo politico del M5S, e ratificata tramite votazione in Rete da parte degli iscritti al M5S"; i deputati sono tenuti al rispetto del Non Statuto e dei "Sette punti per l'Europa". Per chi non dovesse invece rispettare la linea sono poi in arrivo "sanzioni", con "l'obbligo delle dimissioni" in caso di condanna per reato penale anche se solo in primo grado (nel caso di un rinvio a giudizio dovrà decidere autonomamente), o anche nel caso in cui fosse "ritenuto gravemente inadempiente al codice di comportamento ed all'impegno al rispetto delle sue regole". Questo punto è spiegato più nel dettaglio, con l'introduzione del meccanismo del recall: le "dimissioni per grave inadempienza" scatteranno se "almeno 500 iscritti al M5S residenti nella circoscrizione nella quale il deputato è stato eletto abbiano motivatamente proposto di dichiararlo gravemente inadempiente" e la proposta sia stata "approvata mediante votazione in rete a maggioranza dagli iscritti al MoVimento 5 Stelle al 30/6/2013 residenti nella circoscrizione nella quale il deputato è stato eletto". La cosa singolare è la penale, che scatterà nel caso in cui il deputato, pur sfiduciato, non si dimettesse: 250mila euro da versare al Comitato Promotore Elezioni Europee MoVimento 5 Stelle che lo devolverà ad ente benefico.

Stretta anche sulla comunicazione, evidentemente tasto dolente della prima esperienza parlamentare grillina (almeno dal punto di vista della quantità delle polemiche). Lo strumento centralizzato di comunicazione resterà il blog di Grillo, mentre i deputati potranno contare su un gruppo di comunicazione "composto di due assistenti per ciascun deputato", con un coordinatore che avrà il compito di relazionarsi con il sito nazionale e con il blog. Ma attenzione, perché la "consistenza del “gruppo di comunicazione”, in termini di organizzazione, strumenti, scelta dei membri e del coordinatore, sarà definita da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio". Passi in avanti anche nel campo della trasparenza, con l'obbligo di "votazioni motivate e spiegate con video su youtube", la pubblicazione online di indennità e rimborsi, l'impossibilità per i deputati di nominare propri familiari nei gruppi.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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