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Grillo contro Veronesi: “Pubblicizza mammografie perché prende soldi da multinazionali”

È polemica dopo le dichiarazioni del leader del Movimento 5 Stelle da Perugia sui finanziamenti di case farmaceutiche ed aziende ai “luminari” della medicina italiana. Lorenzi: “Spero che nessuna donna si faccia scoraggiare da tali dichiarazioni, perché basta un gesto a salvarci la vita”.
A cura di Redazione
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Per la verità non si tratta di una novità assoluta: il pensiero di Beppe Grillo sull’ex ministro Umberto Veronesi è noto da tempo e più volte espresso nel corso di manifestazioni politiche o spettacoli teatrali. Tuttavia le ultime dichiarazioni del capo politico del Movimento 5 Stelle hanno riaperto la polemica politica e provocato persino l’intervento del ministro della Sanità Beatrice Lorenzin. Grillo, da Perugia dove ha partecipato alla marcia per il reddito di cittadinanza, nel corso di un passaggio sulla poca trasparenza che c’è fra i finanziamenti delle case farmaceutiche alla sanità italiana (e della corruzione), ha infatti dichiarato: “Negli USA le case farmaceutiche sono obbligate a dichiarare i finanziamenti alla Sanità, qui allora può anche darsi che la General Electrics, che fa i mammografi, dia dei soldi a Veronesi che va in tv a pubblicizzare le mammografie”.

A replicare, il ministro Lorenzin: “La propaganda politica dovrebbe avere un limite invalicabile, la salute delle persone. Le sue parole non sono solo sconcertanti, perché toccano un tema tanto delicato come quello del cancro, che non ammette leggerezze. E la prevenzione è l’arma più efficace, talvolta l’unica, quindi spero che nessuna donna si faccia scoraggiare da tali dichiarazioni, perché basta un gesto a salvarci la vita”.

Dal leader del M5S per ora, nessuna replica ulteriore, ma solo un messaggio dedicato alla marcia di ieri sul suo blog:

Era di maggio. Un popolo in marcia per dare la dignità agli ultimi. Quelli senza un reddito, un aiuto, quelli fuori dal "giro" della politica dei papponi, dei raccomandati, degli incompetenti. Quelli che non si sono venduti. Quelli di cui nessuno si occupa, in fila alla Caritas per un pezzo di pane, in giacca e cravatta, con la moglie e i bambini per mano, o anziani a frugare nei resti degli ortomercati per una zuppa, a chiedersi in che Stato si trovano. Un Paese, unico in Europa insieme alla Grecia, e tra i pochi nel mondo, a non avere un reddito di cittadinanza. Un reddito di dignità. Il popolo in marcia tra Perugia e Assisi gridava "Onestà! Onestà!". I turisti presenti tra Perugia e Assisi, inglesi e tedeschi per la maggior parte, guardavano stupiti e si chiedevano perché così tanta gente, circa 50.000 persone, gridasse "Onestà!". Nei loro Paesi era un dato acquisito. Difficile spiegargli che la corruzione costa fino a 100 miliardi di euro all'anno, che le liste elettorali sono inquinate da ceffi da galera, inquisiti, rinviati a giudizio e perfino condannati, ma puntualmente abbracciati in pubblico da segretari di partito per un pugno di tessere. Per la politica italiana importa solo vincere o perdere. E' come un torneo senza regole in cui tutto è lecito e l'onestà non è contemplata, è anzi un orpello inutile, un fastidio dei soliti moralisti che "non capiscono", che vogliono fare perdere il partito ridotto ormai a un comitato di affari, a un guscio vuoto. a un osso di seppia. Come se la politica si riducesse a perdere o a vincere e non al bene del Paese. Chi gridava "Onestà!", nonostante tutto, nonostante la fatica di vivere in Italia dove essere onesto non paga, era felice di riconoscersi negli occhi degli altri, li sentiva come fratelli, era immerso in un fiume di gente onesta, tanta, quasi inaspettata, in un Paese distrutto da annunci falsi e disinformazione vera. Un'oasi in un Paese corrotto e tutti avevano gli occhi allegri da italiano in gita. Sapevano una cosa importante, che il futuro gli apparteneva, che l'Italia sarebbe diventato un Paese migliore e che le anime morte che oggi ci governano (si fa per dire) sarebbero diventate polvere nella polvere. Il tempo era dalla loro parte. "Onestà! Onestà!".

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