Gregorio De Falco salirà sulla nave Ong Mare Jonio per salvare migranti in mare
La maggior parte degli italiani lo ricorda per quel "Salga a bordo, cazzo!" urlato al telefono al comandante Schettino mentre la Costa Concordia affondava al largo dell'Isola del Giglio e lui prendeva in mano le redini del soccorso, ora l'ex comandante della Capitaneria di Porto Gregorio De Falco, dopo l'avventura da senatore tra le fila del M5s da cui è stato poi espulso, sembra voler tornare alle sue origini: al mare e ai salvataggi. De Falco infatti da alcune settimane si starebbe preparando per tornare a gestire situazioni di difficoltà in mare e salvare vite umane, in particolare per rendersi utile nelle operazioni di salvataggio di migranti nel Mediterraneo. Lo rivela l’agenzia Ansa, secondo la quale il già ufficiale delle Capitanerie di porto avrebbe già raggiunto una intesa con la ong Mediterranea, l'organizzazione non governativa italiana da tempo impegnata nel soccorso ai migranti in mare.
Gregorio De Falco addirittura starebbe definendo gli ultimi aspetti tecnici per prendere parte già nei prossimi giorni alla sua prima missione in questo campo. Il senatore sarebbe pronto a partecipare a una delle prossime missioni della nave Mare Jonio, che la prossima settimana salperà dalle coste italiane per dirigersi di nuovo al largo della Libia. Si tratta della stesa nave che il mese scorso era finita al centro dell'ennesima controversia sul salvataggio dei migranti in mare dopo aver salvato 50 persone a 46 miglia dalla costa libica ed essersi diretta verso Lampedusa.
Il Ministro dell'Interno Matteo Salvini aveva accusato i volontari della ong Mediterranea di traffico di esseri umani e dopo lo sbarco la nave Mare Jonio era stata anche sequestrata dalla magistratura agrigentina mentre il comandante dell'imbarcazione Pietro Marrone e il capo missione Luca Casarini sono finiti nel registro degli indagati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e per il mancato rispetto dell'ordine di arrestare l'imbarcazione, imposto dalla Guardia di finanza prima di entrare nelle acque italiane. In quella occasione De Falco aveva detto: "Una direttiva di Salvini non può essere superiore a una legge né alle convenzioni internazionali che impongono di effettuare l’operazione di soccorso, e quindi far sbarcare chi è a bordo. Il comandante che non faccia il soccorso deve andare in galera. Se Salvini dice che a bordo delle navi ong ci siano terroristi deve portare le prove. Questo è uno stato di diritto, non di polizia".