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Grecia: pubblicata sul web la lista degli evasori fiscali

Evasione fiscale: in Grecia la lista degli evasori è online. Il governo ellenico rende noti i nomi di coloro che hanno contribuito al crac economico nascondendo cifre esorbitanti: complessivamente, 15 miliardi nascosti al fisco.
A cura di Carmine Della Pia
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evasione fiscale in grecia

La lotta all'evasione fiscale in Grecia si avvale, da oggi in poi, di un fondamentale strumento: il web. Il governo ha pubblicato l'elenco di oltre 4.000 evasori fiscali, persone che hanno evaso il fisco contribuendo al crac economico del Paese. Una "lista della vergogna", com'è già stata definita, in cui sono coinvolti anche diversi artisti famosi. Gli evasori citati su internet devono allo Stato quasi 15 miliardi di euro. Gli esperti dicono, però, che la mossa potrebbe rivelarsi un buco nell'acqua, in termini economici: solo il quinto dell'ingente somma evasa rientrerà nelle casse dello stato ellenico.

Già a novembre la minaccia di pubblicare i nomi degli evasori

Precisamente sono 4.152 i nomi citati dalla lista pubblicata sul web dal governo greco, un lungo elengo degli evasori fiscali, tra persone e aziende. La piaga dell'evasione è uno dei motivi principali per cui la Grecia si trova ad affrontare il grave crac economico degli ultimi tempi, per cui, dopo le ripetute minacce del Tesoro, un rimedio estremo: rendere noti a tutti i nomi degli evasori. Negli ultimi mesi, gli ispettori fiscali avevano già arrestato una novantina di evasori, ma controlli e ‘minacce' non avevano posto rimedio all'ingente fenomeno.

Il ministero delle Finanze, Evangelos Venizelos, ha definito l'elenco "la lista della vergogna". Tra i nomi, numerosi gli artisti famosi, così come gli evasori già arrestati recentemente. Tra i nomi presenti, poi, una quarantina di cittadini che avevano nascosto al fisco beni che superano il valore di 100 milioni di euro. Nel novembre scorso l'esecutivo aveva parlato per la prima volta della minaccia di pubblicare online la lista degli evasori. Solo un invito ad uscire allo scoperto, un'esortazione all'autodenuncia, si pensava: la minaccia non servì a molto, per cui il governo ha deciso, ieri sera, di proseguire con la pubblicazione.

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