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Grecia, Tsipras: “Referendum il 5 luglio”. Eurogruppo boccia proroga degli aiuti

Il premier ellenico: “Hanno chiesto al governo greco di accettare una proposta che accumula un nuovo insostenibile peso sul popolo ellenico e colpisce profondamente le possibilità di recupero dell’economia e della società greche”. Assalto alle banche.
A cura di Davide Falcioni
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Ore 18.20 – Varoufakis: “Credibilità dell’Eurogruppo danneggiata”. La decisione dell’Eurogruppo “danneggia la credibilità dell’Eurogruppo e il danno potrebbe essere permanente”: è quanto ha dichiarato in conferenza stampa il ministro delle Finanze ellenico, Yanis Varoufakis. “Ho spiegato ai colleghi dell’Eurozona perché non potevamo accettare le proposte”, ha aggiunto il ministro “Si trattava di pochi giorni ma l’Eurogruppo ha deciso di respingere questa richiesta. Per una decisione del genere ci vuole come minimo il 51%, e questo è il motivo del referendum”, ha detto ancora. Varoufakis ha spiegato che la scelta del referendum è legata al fatto che il mandato elettorale che ha ottenuto il governo Tsipras, con il 36% dei voti al partito Syriza, non basta a prendere una decisione importante come quella di accettare le condizioni proposte ad Atene dai suoi creditori. Prima del ministro ellenico era stato il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, a intervenire in conferenza stampa: “Il programma di aiuti internazionali alla Grecia finirà martedì sera”, così constatando “con grande dispiacere” che i negoziati sono falliti.

Ore 17.30 – No ad aiuti fino al referendum. È stata sospesa pochi minuti fa la riunione dell’Eurogruppo sulla crisi greca e, da quanto si apprende, potrebbe riprendere alle 18 senza la delegazione ellenica. L'Eurogruppo dei ministri delle Finanze avrebbe respinto la richiesta della Grecia di una proroga del programma di aiuti fino al referendum, annunciato il 5 luglio. Precedentemente già diversi ministri avevano escluso questa ipotesi. Con la decisione di tenere un referendum sull'ultima proposta da parte dell'Ue, la Grecia ha deciso di concludere unilateralmente i negoziati, è quanto aveva detto il ministro delle Finanze della Germania, Wolfgang Schaeuble. Negativo anche il commento del presidente dell'Eurogruppo, Jereon Dijsselbloem: “Sono sorpreso molto negativamente dalla decisione dei greci. Hanno apparentemente respinto l'ultima proposta dei creditori e deciso di indire un referendum con una indicazione negativa”. Sulla stessa linea il commissario europeo agli Affari economici, Pierre Moscovici. Totale chiusura era stata espressa dal ministro delle Finanze finlandese Alexander Stubb: con la decisione della Grecia di tenere un referendum, ha detto Stubb all'arrivo all'Eurogruppo straordinario, il “piano B” su un non accordo, con conseguente insolvenza della Grecia e possibile uscita dall'euro, “è diventato il piano A”.

"Ad un'austerità autoritaria e violenta risponderemo con la democrazia. La Grecia, luogo di nascita della democrazia, manderà una risposta a tutto il mondo". In un emozionante messaggio alla nazione il presidente ellenico Alexis Tsipras ha comunicato, poco prima della mezzanotte, la decisione di indire un referendum per il prossimo 5 luglio. Il premier ha spiegato di essere stato costretto ad assumere questa decisione vista l'evoluzione delle trattative con le "istituzioni" europee: "Hanno chiesto al governo greco di accettare una proposta che accumula un nuovo insostenibile peso sul popolo ellenico e colpisce profondamente le possibilità di recupero dell'economia e della società greche. Una proposta che non soltanto perpetua lo stato di incertezza ma accentua persino le disuguaglianze sociali". Tsipras ha spiegato che "la proposta delle istituzioni include: misure per un'ulteriore deregolamentazione del mercato del lavoro, tagli alle pensioni, ulteriori riduzioni nel salario minimo del settore pubblico e incremento dell'IVA su cibo, ristorazione e turismo, eliminando inoltre le agevolazioni fiscali per le isole greche. Queste proposte violano direttamente fondamentali diritti europei, mostrano che riguardo a lavoro, uguaglianza e dignità, lo scopo di alcuni partner e istituzioni non è il raggiungimento di un buon accordo per tutte le parti, ma l'umiliazione dell'intero popolo greco".

Panayiotis Lafazanis, ministro dello Sviluppo, ha chiesto ai cittadini di bocciare nettamente il piano internazionale proposto dai creditori, mentre Tsipras ha doverosamente ricordato: "Mi impegno personalmente al rispetto dei risultati della vostra scelta democratica, qualsiasi essi siano. Sono assolutamente fiducioso che la vostra scelta onorerà la storia del nostro paese e manderà un messaggio di dignità al mondo. In questi momenti critici dobbiamo tutti ricordare che l'europa è la casa comune dei popoli. Che in europa non ci sono proprietari ed ospiti".

Della decisione del governo greco sono stati immediatamente informati Angela Merkel e Francois Hollande, ma anche il presidente della BCE Mario Draghi, che avrebbe mostrato "comprensione" per la scelta di indire un referendum. Nel frattempo George Katrougkalos, vice premier ellenico, ha assicurato che non verranno chiuse le banche e non mancheranno i contanti. Tsipras ha aggiunto che chiederà alla Troika un'estensione di pochi giorni del piano di salvataggio per poter arrivare al referendum del 5 luglio senza problemi di liquidità.

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