Lettera della Grecia all’UE: “Aiuti per altri sei mesi”. Juncker: “Segnale positivo”
UPDATE – Ci sono le prime reazioni alla lettera inviata dal governo greco all'Unione Europea. Il presidente della Commissione UE Jean-Claude Juncker ha dichiarato che la missiva rappresenta un "segnale positivo" ed "apre la strada a un compromesso". "Juncker – ha spiegato Margaritis Schinas, suo portavoce – ha avuto numerosi contatti tutta la notte e ha visto dei segnali positivi questa mattina nella lettera, che apre la strada a un compromesso ragionevole nell'interesse della stabilità". Di parere opposto il governo tedesco: "Lo scritto non corrisponde ai criteri stabiliti nell'eurogruppo di lunedì".
Il governo greco ha formalizzato la richiesta di proroga degli aiuti all'Unione Europea. Lo ha riferito l'agenzia France Press, citando fonti dell'esecutivo guidato da Alexis Tsipras e precisando che si punta a un piano di supporto della durata di sei mesi. La richiesta arriva allo scadere del termine fissato dall'Eurogruppo, che domani vedrà ancora il faccia a faccia tra il ministro delle finanze di Atene Yanis Varoufakis e i colleghi dell'unione monetaria. Lo stesso Varoufakis si è detto ottimista in merito a un buon esito della trattativa con i partner: "Siamo sulla strada giusta – ha detto parlando ad Atene – sono ottimista e al massimo chiuderemo venerdì. La nostra proposta – ha detto – sarà scritta in modo tale che soddisferà le esigenze della Grecia e quelle del presidente dell'Eurogruppo".
Ieri il ministro greco ha ricevuto un duro monito dal suo omologo statunitense, il segretario al Tesoro Jack Lew, che in una conversazione telefonica lo ha avvisato che senza un accordo ci saranno "difficoltà immediate". "L'incertezza non va bene per l'Europa", ha aggiunto Lew. Nel frattempo sempre ieri il board della Bce ha deciso di rinnovare il programma di liquidità di emergenza a favore delle banche della Grecia alzando l'ammontare a 68,3 miliardi di euro, stando a quanto riferito da fonti bancarie. La Banca Centrale Europea, dunque, non chiude i rubinetti dell'ELA (Emergency liquidity assistance), come previsto da molti analisti. Se ciò fosse avvenuto, e se le banche greche non avessero avuto accesso al canale di liquidità, per il sistema bancario ellenico si sarebbe trattato di un colpo di grazia.