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Grecia, piano Commissione Ue-Unhcr per 20 mila nuovi posti per accoglienza migranti

Un piano per creare 20 mila nuovi posti per l’accoglienza dei richiedenti asilo in Grecia e i ricollocamenti verso gli altri Paesi Ue, attraverso sussidi per gli affitti e programmi per le famiglie ospitanti. Dal primo gennaio 2015 sono arrivate per mare in Grecia quasi 800 mila persone.
A cura di Claudia Torrisi
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migranti annegati

La Commissione Europea e l'Unhcr hanno approvato un piano per creare 20 mila nuovi posti per l'accoglienza dei richiedenti asilo in Grecia e per i candidati per i ricollocamenti verso gli altri Paesi Ue attraverso sussidi per gli affitti e programmi per le famiglie ospitanti. Il piano prevede uno stanziamento di 80 milioni di euro dal bilancio comunitario. L'accordo è stato firmato da Kristalina Georgieva, vicepresidente della Commissione europea e responsabile per Budget and Human Resources, insieme con George Okoth-Obbo, Unhcr Assistant High Commissioner for Operations, e Ioannis Mouzalas, ministro greco dell’Immigrazione. I fondi complessivi destinati dall'Ue alla crisi migratoria per il 2015 e il 2016 ammontano a 10 miliardi di euro.

Come si legge nel documento, la Commissione europea ha firmato questo accordo "fornendo i finanziamenti necessari per l'Unhcr per sostenere la Grecia nello sviluppo del sistema hotspot/ricollocazione, nonché nello sviluppare della sua capacità di accoglienza di richiedenti asilo. In tal modo, l'Unhcr collaborerà strettamente con la Commissione europea, le agenzie dell'UE, in particolare l'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo (EASO), Frontex e l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni". Il supporto riguarderà l'impegno del governo greco per l'istituzione degli hotspot nelle isole di Lesbo, Samos, Leros, Chios e Kos. L'Unhcr sosterrà la creazione degli hotspot con la "consulenza da parte del personale", con l'acquisizione di forniture necessarie e con "lavoro di costruzione autonoma", se questo si rendesse necessario.

Stando al documento, il lavoro dell'Unhcr sarà di supporto nell'implementare i piani di ricollocamento in questo modo:

  • fornendo informazioni sui nuovi arrivi che riguardano i piani di ricollocamento, fornendo servizi come interpreti o materiale disponibile in diverse lingue;
  • identificazione di richiedenti asilo che devono essere ricollocati, così come per il loro rinvio, a seconda dei casi, in stretta cooperazione con l'Asylum Service. Una squadra di 43 persone verrà distribuita nei cinque hotspot e ad Atene;
  • Attraverso la creazione di 20.000 posti di accoglienza, sotto forma di appartamenti in affitto, buoni per hotel e programmi per famiglia ospitanti. Il 30 novembre 2015 l'Unhcr ha pubblicato una call per individuare i partner per l'attuazione dei 20.000 posti di accoglienza e "prenderà una decisione per quanto riguarda la scelta entro il 17 dicembre". Sono già disponibili 500 posti per garantire che tutti i candidati al ricollocamento abbiano accesso a un alloggio durante il processo. Sarà possibile, inoltre, aumentare i posti di accoglienza in base alle esigenze, a seconda del numero di candidati.

Già a novembre l'Unhcr aveva lanciato l'allarme dalle isole greche, denunciando circa 20 mila rifugiati e migranti attualmente presenti, il che mette a dura prova le limitate strutture di accoglienza locali. "Questa situazione – spiegava in una nota – ha reso ancora più evidente quanto già sottolineato dalle nostre ripetute richieste perché vengano migliorate le condizioni e la capacità stessa di accoglienza in Grecia".

In Grecia quasi 800 mila arrivi da gennaio

Nei primi undici mesi del 2015, più di 1.565.000 migranti si sono messi in viaggio verso l'Europa. La Grecia è uno degli Stati membri più colpiti da questa crisi senza precedenti. Secondo i dati dell'International Organization for Migration, dal primo gennaio 2015 sono arrivate per mare nel paese quasi 800 mila persone. Flusso che, secondo l'Agenzia per i rifugiati, sarebbe per il 92% originario dei primi 10 paesi che producono rifugiati. Secondo una mappa aggiornata dell'Unhcr, al 13 dicembre erano 797.520. Nello stesso periodo, in Italia gli arrivi con gli sbarchi sono stati circa 150 mila. Per il nostro paese il 2014 è stato l'anno dei record quanto a numeri, con oltre 170 mila arrivi. Dato che supera la somma dei tre anni precedenti. Anche nel 2015 gli sbarchi continuano, ma le rotte dei migranti si sono modificate, diminuendo la pressione sulle nostre coste, a scapito di altre zone.

La rotta balcanica

Le vie d’ingresso in Europa dei flussi migratori che mostrano un incremento dal 2009 al 2014 sono tre: quella del Mediterraneo centrale, quella del Mediterraneo orientale e quella dei Balcani. Quest'ultima, come spiega il Rapporto sull’accoglienza di migranti e rifugiati in Italia, è stata una via di terra usata nel 2014 da poco più di 43 mila persone, percorsa "soprattutto da persone che uscivano dal Kosovo (oltre 22 mila), seguite da chi fuggiva dall’Afghanistan (più di 8.000) oppure dalla Siria (quasi 7.500). La situazione è decisamente cambiata nel 2015, specialmentre nel secondo trimestre. La maggior parte dei migranti che hanno percorso la rotta, infatti, non viene più dalla regione balcanica: si tratta di siriani, afghani, pakistani, iracheni. Una rotta balcanica che, quindi, inizia per lo più con lo sbarco sulle isole elleniche, mentre le coste tra la Grecia e la Turchia si stanno trasformando sempre più in un cimitero. Nonostante le condizioni climatiche peggiorino con l'arrivo dell'inverno, solo a novembre più di 140mila persone hanno viaggiato dalla Turchia alle isole greche (il 65% degli sbarchi si è verificato a Lesbo). Da settembre, in 330 hanno perso la vita nel Mar Egeo, tra cui molti bambini.

Tra il primo gennaio e il 20 novembre 2015 sono arrivati via mare in Europa 863 mila migranti. L'83% di questi è arrivato in Grecia. Secondo il rapporto presentato dalla Fondazione Ismu, nel corso del 2015 "lo scenario delle migrazioni" è mutato: "a causa infatti della pericolosità della tratta Libia-Italia i flussi migratori hanno deviato le rotte, dirigendosi maggiormente verso la Grecia per poi risalire l’Europa tramite i Balcani".

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