Governo tecnico o elezioni anticipate? La politica italiana è di nuovo spaccata
Neanche il tempo di manifestare armonia e concordia sulla celerità dell'approvazione della legge di stabilità, che i partiti italiani sono già di nuovo divisi su ciò che accadrà dopo la nuova e definitiva salita al Quirinale di Silvio Berlusconi: da una parte c'è la legione dei pro al governo tecnico, dall'altra quella dei favorevoli alle elezioni anticipate. Al centro il Pdl.
Ieri sera il Capo dello Stato ha nominato Senatore a vita Mario Monti. E' lui il candidato numero a guidare il governo tecnico, evitando così una campagna elettorale che da qui a tre mesi potrebbe portare il Paese dritto verso il default: con la Borsa che sprofonda e lo spread che demolisce giorno dopo giorno nuovi record, i fantasmi greci sono sempre più vicini. E così Napolitano aver optato per una personalità come Mario Monti, professore di economia politica e Presidente della Università Bocconi di Milano, ma soprattutto membro della Commissione europea dal 1994 al 2004.
Il primo a convincersi dell'ipotesi di governo di larghe intese presieduto dall’economista è stato proprio Silvio Berlusconi, che fino a ieri, tramite le pagine della Stampa, era fermo sulle sue già acclarate posizioni: «Non mi ricandido, ma il voto è la via maestra», spingendo per la candidatura di Angelino Alfano. «Silvio Berlusconi ha aperto all'ipotesi di un governo di emergenza, diretto da una fuga di spicco come Mario Monti, sostenuto da una maggioranza diversa da quella attuale», riporta il Corriere della Sera.
Tanto è concreta l'ipotesi del governo tecnico-politico che già iniziano a trapelare i
nomi del prossimo esecutivo: oltre a Mario Monti premier, avremo Giuliano Amato vicepresidente e Gianni Letta sottosegretario alla presidenza del Consiglio. E ci sarebbe spazio anche Fitto e Frattini.
Favorevoli al governo tecnico
Il governo Monti avrebbe già il sì del Terzo Polo: il Presidente del Camera e leader di Fli, Gianfranco Fini, si dice pronto a sostenere l'economista che «può essere la personalità giusta ma sarà lui a dover dire che cosa vorrà fare», ha detto Fini in un'intervista a Uno Mattina. Dello stesso avviso è pure Pierferdinando Casini che a proposito della nomina a Senatore a vita di Monti, scrive su Twitter: «Una splendida notizia per tutti gli italiani».
Anche il Pd darà il proprio appoggio al governo tecnico, ma «non abbiamo paura di andare al voto». Lo afferma Pier Luigi Bersani in un’intervista su L’Unità. «Il Pd deve anzitutto preoccuparsi del fatto che l’Italia è in pericolo», fa sapere il segretario Pd, che assicura che «noi saremo ultimi a staccare la spina all'ipotesi» del governo d'emergenza.
Contrari e indecisi
Ma l'opposizione è divisa. «L'Idv dice no a questo governo tecnico, non gli voteremo la fiducia e ne staremo fuori»: è Antonio Di Pietro a manifestare senza troppi complimenti la propria posizione nel programma "La telefonata" di Canale 5. Polemizza Di Pietro sull'incontro avvenuto ieri sera al Quirinale: «Non ho informazioni di prima mano. Certo non vengono a raccontare a me cosa avviene, visto che l'Idv è l'unico partito a non essere nemmeno chiamato al Quirinale». E chiarisce i motivi del suo no all'ipotesi del governo di larghe intese: «Non sosterrò un governo tecnico, perché sarebbe un governo sostenuto anche dalla maggioranza berlusconiana.»
Ma l'ipotesi governo tecnico spacca anche la stessa maggioranza a partire dagli alleati storici: «Stare all'opposizione è bello», è sarcastico il leader della Lega, Umberto Bossi, che poi taglia corto: «Non parteciperemo mai a nessuna ammucchiata». Posizioni che sono state poi confermate nel corso dell'incontro a Montecitorio con il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Quello del Carroccio all'idea del governo Monti è un no «intransigente», scrive il Fatto Quotidiano. Bossi è invece favorevole alla soluzione «politica».
Diviso il Pdl
Il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto fa sapere all'agenzia Reuters che «c'è ancora una discussione in corso. Dobbiamo decidere se appoggiare l'ipotesi di elezioni o un governo Monti». Più chiara è invece la posizione di Gianfranco Rotondi «Chiediamo al Pdl di non sostenere il governo tecnico che si profila». Sandro Bondi, coordinatore del Pdl, si dice invece pronto a «contribuire ad uno sforzo di emergenza per garantire gli interessi dell’Italia». E poi c'è chi come il senatore Beppe Pisanu non vuole le elezioni anticipate: «Altrimenti, esco dal Pdl e da tutto». Chi invece è per il voto è Altero Mattioli. Insieme a lui una fronda nel Pdl, di area ex An, di circa 30 deputati.