Governo Monti: pronta una manovra da 20 miliardi di euro
Il Governo Monti, dopo la nomina del nuovo Ministro e dei sottosegretari, è pronto a varare le prime misure correttive in materia economica per risanare il bilancio dello stato e allo stesso tempo rilanciare la crescita dell’Italia. La nuova manovra finanziaria allo studio in questi giorni potrebbe valere oltre 20 miliardi di euro, lo rivelano fonti tecniche vicine ai Ministri che stanno preparando le bozze dei provvedimenti da presentare in Parlamento nelle prossime settimane.
Una manovra correttiva da 20 miliardi diventerebbe automaticamente necessaria se si prendono in considerazione le stime che l’Ocse ha pubblicato ieri e che vedono nel 2012 un Pil al ribasso per il nostro Paese, che l’anno prossimo sarebbe in piena fase recessiva con una perdita dello 0,5% del Prodotto Interno Lordo. Se si pensa che insieme a queste non godono di una buona previsione neanche le stime per produzione industriale export e salari, si comprende come una nuova manovra finanziaria dura è l’unico strumento in grado di dare una sterzata all’andamento della nostra economia.
L’obiettivo finale è quello di raggiungere il pareggio di bilancio già dal 2013, promesso all’Europa dal precedente Governo nella famosa lettera d’intenti e chiesto ripetutamente da tutte le istituzioni politiche ed economiche dell’Unione Europea. Anche gli ispettori della Commissione europea, che hanno concluso il primo giro di incontri e verifiche in Italia, nel loro rapporto finale hanno evidenziato questa necessità urgente per il nostro Paese.
Numerose le misure allo studio dei neo Ministri per completare la nuova manovra economica, non ultima il blocco totale dell’adeguamento delle pensioni all’inflazione a partire dal prossimo anno. Un risparmio notevole per le casse dello stato che, però, inevitabilmente si ripercuoterà sul potere di acquisto dei pensionati, anche se secondo le stesse previsioni dell’Ocse dal prossimo anno l’aumento dei prezzi dovrebbe essere più contenuto.
Quello che preoccupa Monti, in realtà, è la mancanza di crescita che con misure troppo drastiche non farà altro che peggiorare. Il Premier, infatti, avrebbe insistito affinché misure di risanamento dei conti fossero varate di pari passo con misure che rilancino lo sviluppo economico.