Governo Monti: entro l’8 dicembre nuova manovra da 15 miliardi
Il governo Monti è pronto a varare una nuova manovra correttiva, la quarta dall'inizio dell'anno includendo quelle del governo Berlusconi. Il provvedimento, a meno di sorprese, dovrebbe arrivare tra il 29 novembre, data in cui è fissato il vertice dell'Eurogruppo, e l'8 dicembre, giorno del prossimo Consiglio europeo. L'ammontare complessivo della nuova manovra sarà verosimilmente d 15 miliardi di euro, esattamente la cifra che manca per il raggiungimento del pareggio di bilancio fissato per il 2013.
Le stime del governo Berlusconi vanno infatti rimodulate con la previsione di una maggiore spesa sugli interessi del debito (a causa dello spread molto alto) e con la certezza che la crescita del nostro Paese sarà più bassa di quanto prevedeva l'esecutivo guidato dal Cavaliere: Bruxelles ritiene infatti che l'Italia crescerà dello 0,5% nel 2011 e dello 0,1% nel 2012, percentuali decisamente basse rispetto allo 0,7% e allo 0,6% stimati. Insomma i soldi che mancano all'appello dovranno essere "smaltiti" tra il 2012 e il 2013.
Oltre ai 15 miliardi dell'ormai imminente manovra correttiva, Mario Monti e i suoi Ministri dovranno mettersi al lavoro per trovare altri 20 miliardi- 4 nel 2012, 16 nel 2013- che il governo Berlusconi aveva conteggiato ai fini del pareggio di bilancio, ma che al momento in cassa non ci sono, perché rinviati a una delega per la riforma del fisco e dell'assistenza. Se tale riforma non verrà varata per la fine dell'anno, da settembre 2012 scatteranno i temuti tagli lineari alle agevolazioni fiscali, che colpiranno le detrazioni per lavoro dipendente, le pensioni e i carichi familiari.
Per ora l'idea di Monti è quella di metter mano a un pacchetto di provvedimenti che bilancino il rigore dei conti pubblici e il rilancio della crescita. La manovra correttiva sarà pronta per l'8 dicembre; per quanto riguarda le altre misure sulla crescita, invece, bisognerà aspettare qualche giorno in più. Pronta la reintroduzione dell'Ici sulle prime case e la rivalutazione delle rendite catastali, una piccola patrimoniale, dismissioni del patrimonio pubblico, liberalizzazioni e riforma degli ordini professionali.