Governo, M5s: “I soldi ci sono, ma per flat tax e reddito di cittadinanza ci vuole tempo”
Uno degli aspetti più controversi del contratto di governo alla base dell'alleanza fra Movimento 5 Stelle e Lega è certamente quello relativo alle coperture economiche per le misure individuate come "prioritarie" per gli italiani. In questi giorni alcune analisi, in particolare quella condotta dall'agenzia Agi e dall'Osservatorio sui Conti Pubblici di Carlo Cottarelli, hanno evidenziato come mancherebbero le risorse per portare a compimento gran parte del programma di governo.
Oggi sul Blog delle Stelle, il Movimento pubblica una breve disamina sulla questione e replica con forza alle obiezioni sull'assenza di coperture, additando i rilievi come "terrorismo economico", che va di pari passo al "terrorismo sullo spread". Si legge in un post firmato M5s: "Il giochetto è sempre lo stesso: si sommano tutte le misure espansive previste nel Contratto di Governo così da superare la soglia psicologica dei 100 miliardi di euro, non si parla di coperture, che pure sono state indicate a più riprese, e si fa intendere che il programma sarà realizzato quasi integralmente in deficit". Nella lettura grillina, infati, bisogna precisare che non tutte le misure sono immediatamente applicative ("la Flat Tax a due aliquote, il Reddito di Cittadinanza e il superamento della Fornero hanno bisogno di tempo per essere elaborate, approvate ed entrare a regime") e in ogni caso il costo totale va spalmato sull'intera legislatura e non solo sul primo anno.
La filosofia di base, però, è chiara: l'austerità ha fallito, dunque servono misure espansive, in grado di "far ripartire il circuito virtuoso di consumi, investimenti ed occupazione stabile è il miglior modo per aumentare anche il gettito fiscale e tenere a posto i conti".
Quanto alle coperture, si legge:
Almeno 40 miliardi arriveranno dall’attenta revisione delle cosiddette tax expenditures, agevolazioni fiscali erogate senza criterio che vanno razionalizzate e spostate sulle nuove voci di spesa, fra le quali sono da contare anche i 17 miliardi di Sussidi Ambientalmente Dannosi (SAD), cioè trasferimenti e agevolazioni per le fonti fossili o inquinanti indicati ufficialmente dal Ministero dell’Ambiente. Altri 30 miliardi a regime verranno dai tagli agli sprechi e dalla spending review, in buona parte delineata dallo stesso Cottarelli che invece nelle sue stime sul Contratto di Governo commette alcune evidenti imprecisioni (ad esempio conta i 2 miliardi dei Centri per l’Impiego al di fuori dei 17 miliardi del Reddito di Cittadinanza). Infine ci sarà da giocare una partita in Europa sul deficit, per finanziare la parte residua del programma e aumentare il cosiddetto effetto moltiplicatore, cioè il ritorno in termini di Pil delle misure che abbiamo in mente.