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Governo – Lega: accordo sull’età pensionabile delle donne a 67 anni

Dopo il vertice di ieri sera, annunciato un minimo accordo nel Governo sull’innalzamento dell’età pensionabile delle donne a 67 anni. Mentre Bruxelles attende le misure del Governo, ancora lontano il compromesso sulle pensioni di anzianità.
A cura di Antonio Palma
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Dopo il vertice di ieri sera, annunciato un minimo accordo nel Governo sull’innalzamento dell’età pensionabile delle donne a 67 anni. Mentre Bruxelles attende le misure del Governo, ancora lontano il compromesso sulle pensioni di anzianità.

Il Governo si gioca tutto nelle prossime ore, dopo i numerosi tentativi di accordo tra le diverse anime della maggioranza, pressato dall’Unione Europea, Berlusconi ha dovuto cercare un accordo di massima che, in realtà, promette misure generiche contro la crisi economica, ma senza specificare metodi e tempi certi.

La lettera all’Unione Europea con cui il Presidente Berlusconi farà le sue promesse è già pronta e sarà presentata oggi a Bruxelles. Molto ruota attorno alla possibile intesa sulle pensioni. Per il momento l’unico accordo è sulle pensioni di vecchiaia, cioè sull’equiparazione dell’età pensionabile delle donne nel privato a quella delle lavoratrici del pubblico. L’idea è di portare tutti in pensione a 67 anni, ma la decisione finale sembra tutt’altro che prossima. La Lega è ferma sulle sue posizioni e non arretra, Bossi è convinto che l’innalzamento della soglia a 67 anni produrrebbe un diffuso malcontento nella popolazione e, quindi, creerebbe le condizioni per una sicura sconfitta alle prossime elezioni. Il Muro leghista, però, è  soprattutto sulle pensioni di anzianità, dove non c’è ancora nessuno spiraglio di manovra, anche perché va a toccare maggiormente l’elettorato del Carroccio.

L’annuncio dell’accordo sulle pensioni, infatti, è stato dato ieri sera dal Ministro Gelmini e da Angelino Alfano mentre era ancora in corso l’ennesimo vertice a palazzo Grazioli, tra Berlusconi e i leader della Lega nord. L’intesa ovviamente è frutta di un compromesso e l’innalzamento dell’età per la pensione sarà graduale, con l’inizio dal prossimo anno e l’arrivo a regime solo nel 2026. Ben poca cosa rispetto alle modifiche alle pensioni chieste dall’Europa. Bossi non ci sta a passare per quello che ha modificato le pensioni e ha dichiarato “non la possiamo fare, la gente ci ammazza”. Il Senatur non ci pensa proprio a ritoccare i criteri delle pensioni di anzianità, tutte le possibili soluzioni al momento sono fallite, anche alcune proposte di incentivi per chi decide di restare al lavoro.

Berlusconi esprime ancora fiducia e cerca di allontanare in tutti i modi lo spettro di una crisi di governo. In tutte le sue dichiarazioni si dice convinto di arrivare al 2013, anche se ormai l’Esecutivo è in piena tempesta. Sia tra i frondisti del Pdl che con gli alleati di Governo ormai è una continua lotta per far prevalere le proprie ragioni. Il Presidente del Consiglio cerca di allungare i tempi, di resistere finché può, anche se in alcune dichiarazioni ha fatto capire di poter consentire elezioni anticipate dal prossimo anno.

Quello che né la Lega né Berlusconi vogliono è un governo tecnico, forse l’unico in grado di portare avanti riforme tanto complesse e costose in termini di popolarità. Nonostante i proclami contro le imposizioni di Bruxelles, il Governo resta comunque legato alle decisioni europee, che potrebbero dare la spallata definitiva ad un pericolante Esecutivo.

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