Governo KO alla Camera per cinque volte. “La maggioranza non c’è più”
Oggi alla Camera dei Deputati sembrava di assistere ad un film sul mondo della boxe. Acciaccato, svigorito e claudicante, dopo essere stato mandato knockout dall'avversario, il pugile tenta in tutti i modi di rialzarsi. Nel nostro caso, però, lo sfortunato protagonista è il Governo. L'esecutivo è inciampato per ben cinque volte nel giro di pochi minuti sull’esame del testo sugli spazi verdi urbani (emendamenti proposti da due esponenti del Pd). Mestamente, dopo l'ennesima bocciatura, la maggioranza è intervenuta per annunciare che si rimetterà alle decisioni dell’aula, senza quindi annunciare più i suoi pareri alla vigilia di ogni voto su emendamenti o articoli. "Stiamo votando qualcosa senza copertura finanziaria per cui ognuno faccia quello che crede più opportuno," ha provato a giustificarsi il sottosegretario all'Ambiente Elio Belcastro.
Nello specifico il governo è andato sotto inizialmente quando è stato approvato un emendamento presentato dalla componente Radicale del Pd, Elisabetta Zamparutti. Quindi è stata respinta la richiesta di rinvio del testo in commissione, avanzata dal relatore Angelo Alessandri (Lega), che ha portato all'approvazione di altri due emendamenti dell'opposizione. L'esponente del Carroccio ha chiesto la sospensione della sessione per una ventina di minuti e alla ripresa è arrivato il quinto KO sull'emendamento presentato da deputato del Pd, Roberto Morassut.
Il senso politico dell'avvenimento non è sfuggito al Presidente dei deputati del Pd, Dario Franceschini, che ha chiesto ai colleghi in Aula "una riflessione su quanto avvenuto è politicamente giusto farla perché quel tabellone illuminato di verde, rosso e bianco, cui ha contribuito la Lega nella parte che riguarda la maggioranza, è la prova visibile che se si tolgono le occasioni obbligate, cioè il voto di fiducia o i provvedimenti che attengono al premier, la maggioranza non c'è più".
Standard & Poor’s dimostra che la fragilità del governo è diventata un metro di valutazione. Non si può tirare a campare in questo modo. Continueremo a incalzare la maggioranza, a far esplodere le contraddizioni ma ogni singolo parlamentare della maggioranza si domandi se è più importante la fedeltà al proprio paese o al proprio capo.
A pesare sono state indubbiamente le assenza nella maggioranza (Pdl e Lega), che hanno fatto sì che passassero emendamenti su provvedimenti "poco pesanti" per il Governo, ma che indubbiamente ora fanno temere il peggio per quella che sarà una votazione ben più impegnativo come quella sulla richiesta di arresto del deputato Pdl Marco Milanese, su cui la Camera sarà chiamata a votare giovedì.
Laconico è il commento del responsabile d'aula del Pd alla Camera, Erminio Quartiani: "Il dato politico è chiaro, la maggioranza non tiene e l'opposizione e' compatta. Con queste 4 volte, siamo arrivati alla 87esima volta in cui il governo viene battuto alla Camera".