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Governo battuto alla Camera sull’8 per mille alla scuola pubblica

Il Governo nuovamente sotto alla Camera su un ordine del giorno presentato dal Pd che inserisce la possibilità per i cittadini di scegliere la scuola pubblica come destinataria dell’8 per mille.
A cura di Antonio Palma
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Il Governo battutto in Aula a Montecitorio

In questi ultimi giorni il Governo sta affrontando molti esami che mettono a dura prova la sua tenuta e non sempre i risultati che ottiene sono positivi. Se notizie confortanti sono arrivate con il voto contrario alla sfiducia del Ministro Romano, che ha visto la maggioranza votare compatta, segnali più controversi arrivano, negli ultimi giorni, dalle votazioni che ci sono alla Camera sugli ordini del giorno. Due giorni fa il Governo è andato sotto di 14 voti su un emendamento del Pd sulle professioni sanitarie, addirittura una decina di giorni fa è stato sconfitto per ben 5 volte sulla legge sullo sviluppo degli spazi verdi urbani. La cosa si è ripetuta stamane quando il Governo è stato battuto alla Camera su un ordine del giorno del Pd sull’8 per mille e in particolare sulla ripartizione della quota destinata allo Stato.

Il testo, di cui il primo firmatario era il deputato Antonino Russo del Partito democratico, ha modificato la proposta di legge in discussione, stabilendo che il governo debba prevedere la possibilità di destinare l'otto per mille anche alle scuole pubbliche. Sull’ordine del giorno il sottosegretario Carlo Giovanardi, che rappresentava in Aula l'Esecutivo, aveva dato parere contrario, ma non tutti i componenti della maggioranza hanno seguito le sue indicazioni. Il testo, infatti, è passato per 24 voti, esattamente 247 sì e 223 no. Poco prima del voto, però, il Governo, sospettando che qualcosa del genere potesse avvenire, si era più volte rimesso all'Aula per evitare di andare sotto.

Nello specifico l’ordine del giorno prevedeva di dare la possibilità ai cittadini di scegliere direttamente la scuola pubblica come destinataria dell'8 per mille e, quindi, si chiedeva al Governo di modificare la legge in modo che la scuola venga indicata esplicitamente come destinataria della quota dell'8 per mille dello Stato. La quota sarà poi utilizzata, d'intesa con gli enti locali, per la sicurezza e l'adeguamento degli edifici; inoltre si dovrà pubblicare ogni anno un rapporto dettagliato sullo stato degli interventi realizzati.

La proposta di legge, con cui vengono rivisti i criteri  di scelta per la destinazione dell'8 per mille, e votata da tutti i deputati presenti in Aula, ad esclusione di tre astenuti, va a modificare la legge 20 maggio 1985 n.222. L’esito finale era prevedibile perché il testo è nato dall'unificazione di proposte presentate da Lega, Pdl e Pd. Nel provvedimento viene stabilito che sia un decreto del Presidente del Consiglio, adottato entro il 30 novembre di ogni anno e in coerenza con un atto di indirizzo delle commissioni parlamentari competenti, a stabilire la ripartizione delle risorse dell'8 per mille devoluta alla diretta gestione statale e ad individuare gli enti beneficiari. Le commissioni, quindi, a differenza di oggi, dovranno svolgere solo una funzione consultiva e collaboreranno a determinarne il contenuto. Le risorse dell'otto per mille, comunque, non possano essere ridotte o destinate a finalità diverse dalla lotta alla fame nel mondo, a interventi per calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione dei beni culturali, salvo che un provvedimento legislativo lo preveda per far fronte ad esigenze impreviste assolutamente straordinarie. Il testo, comunque, passa ora al Senato.

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