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“Gomorra” compie 10 anni, il romanzo delle coscienze

Questo 2016 è un anno importante per il romanzo di Roberto Saviano: “Gomorra” compie dieci anni. Sono stati anni carichi di complessità emotive e logistiche per lo scrittore che di recente ha commentato così il proprio bilancio sul primo decennio del suo libro: “Non c’è niente che non ti possa trasformare se entri dentro la contraddizione delle cose, ne porti il peso, per certi versi sono peggiorato, sono diffidente, ma per certi versi c’è qualcosa che mi ha migliorato, la potenza dell’impegno della scrittura, comunque sarà la fine di questo percorso ne è valsa la pena”.
A cura di Silvia Buffo
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Un ritratto di Roberto Saviano, autore di "Gomorra"
Un ritratto di Roberto Saviano, autore di "Gomorra"

Questo 2016 è un anno importante per il romanzo di Roberto Saviano: "Gomorra" compie dieci anni. Nel 2006 l'autore era un giovane ragazzo ventiseienne, ma con la stesura del suo libro aveva già maturato esperienze incredibilmente fuori dall'ordinario, le quali hanno scandito quella documentazione esaustiva, rivelatoria, che si andava poi a coronare con la pubblicazione del romanzo, dove le vicende riportate assumono, tuttora, un agghiacciante realismo proprio grazie all'espediente della narratività. Un quid originale che ha fatto di Gomorra il più grande successo editoriale italiano dell'ultimo decennio.

Il romanzo, per quella serie di fattori descrittivi, documentaristici e stilistici, tessuti ad arte, ha colpito nel segno i lettori, raggiungendo brillantemente la massima ambizione che uno scrittore possa avere: smuovere le coscienze e informare sui fatti. Scartoffie e materiale d'archivio, anche grazie ai sopralluoghi dell'autore nei posti emblematici in cui agiva la Camorra, sono diventati fatti tangibili, dialoghi, scene "come se si svolgessero davanti ai nostri occhi". E come sosteneva Calvino nelle sue Lezioni americane, la scrittura del nuovo millennio deve necessariamente munirsi di una caratteristica, la ‘visibilità', maturare dei processi immaginativi e immedesimativi tali da far rivivere i fatti e, anche in questo, Saviano ha fatto centro.

Una realtà fatta di ville sfarzose, hollywoodiane, contesti carichi di spettacolarità, che impressionano e suggestionano, indicano con esuberanza dove sta il potere, ed ancora intrecci tra popolazione locale e criminalità organizzata di respiro internazionale, come spesso ha ribadito Saviano, un sistema rintracciato dallo studio di atti processuali e indagini di polizia, da cui emergono circostanze ‘surreali': terre dove finiscono quasi tutti i rifiuti sfuggiti ai controlli legali, pari ad una massa grande il doppio del Monte Everest, di una terra infetta, quella della Campania, dove i morti di tumore sono cresciuti del 21% rispetto al resto dell'Italia, montagne straripanti di rifiuti tossici, campagne pregne di sostanze mortali, supportati dal benestare di funzionari pubblici compiacenti e delle aziende stesse che hanno affidato alla camorra quella che ormai è diventata merce di un traffico di centinaia di miliardi di euro ogni anno, valore inferiore solo a quello del traffico della cocaina.

Un'organizzazione che opera senza nessun genere di esitazione etica perché è su altri valori che si regge, valori ben saldi, un'organizzazione che non risparmia il coinvolgimento di adolescenti e bambini, divenendone, finanche, modello di emulazione. Questo per ricapitolare bene l'entità del fenomeno di cui bisogna rimanere consapevoli, quanto meno per mantenere il nesso con la realtà, troppo spesso mistificata. Fari i conti con questo contesto spietato, decifrarne i codici e i valori, scovarne i registri, parafrasarne la terminologia, avrà richiesto una fortissima energia intellettuale, ma sopratutto fatica emotiva, da parte dell'autore.

Un lavoro quasi esegetico quello di Roberto Saviano, che ha rintracciato e ricucito una verità agghiacciante, come nessun autore di Mafia aveva saputo fare prima. Un iter faticoso in questi dieci anni, che gli è costato una ‘scorta', un evento, quello, che fu sbalorditivo per uno scrittore ancora troppo giovane. Un percorso di ricerca arduo che ha modificato la vita, la quotidianità, le abitudini, un iter che arricchisce, perché ‘risvegliare le coscienze' non può che essere un lavoro appagante, ma che inevitabilmente ti cambia, ti modifica interiormente, come Saviano ha di recente raccontato a Fabio Fazio in Che tempo che fa:

Non c'è niente che non ti possa trasformare se entri dentro la contraddizione delle cose, ne porti il peso, per certi versi sono peggiorato, sono diffidente, c'è sempre un retropensiero, c'è sempre l'idea che da qualche parte vogliano fregarti, vedere da vicino i meccanismi del potere ti trasforma ma per certi versi c'è qualcosa che mi ha migliorato, la potenza dell'impegno della scrittura, comunque sarà la fine di questo percorso ne è valsa la pena.

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