Gli Usa in marcia contro le violenze della polizia: proteste e arresti
Dopo l'ennesima vittima causata dall'eccesiva violenza della polizia durante gli arresti di persone di colore, negli Stati Uniti monta la protesta popolare contro i metodi brutali usati dagli agenti. Dopo la scoperta dell'ultimo caso a Phoenix, infatti, migliaia ai di persone si sono riversate in strada in molte delle principali città americane, nella maggior parte dei casi in modo pacifico. A New York, ad esempio, per la seconda sera di seguito i manifestanti hanno sfilato per le strade della metropoli bloccando il traffico cittadino. In particolare il corteo, partito da Foley Square a Dowtown Manhattan, a due passi dalla sede del sindaco Bill de Blasio, si è diretto verso il Brooklyn Bridge e lo ha bloccato. Tutti gli altri ponti e i tunnel che collegano Manhattan alla terraferma sono stati circondati da un cordone di polizia e anche il servizio di traghetti è stato sospeso. Cortei spontanei si sono formati anche in altri punti della città, da Harlem a Chinatown, e la polizia ha arrestato decine di persone per resistenza. Anche il sindaco Bill de Blasio, pur invitando alla calma, si è schierato con i manifestanti.
Cortei e manifestazioni nelle grandi città
Proteste per le uccisioni di neri e le mancate incriminazioni degli agenti si sono svolte però in molte altre città, da Orlando in Florida a Baltimora in Maryland, da Oakland in California a Seattle nello Stato di Washington, con conseguenti arresti. A Boston il capo della polizia ha parlato con i manifestanti invitando tutti alla calma, mentre a Chicago manifestanti e forze dell'ordine in assetto antisommossa sono venuti a contatto quando la polizia è intervenuta per sgombrare una delle principali arterie della città. Anche a Washington un corteo si è diretto verso Capitol Hill, anticipando la marcia organizzata per il prossimo 14 dicembre. Fortunatamente per ora, a parte gli arresti, non si registrano particolari incidenti.