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Gli Stati fondatori dell’UE riuniti a Roma: “Maggiore integrazione per difendere Schengen”

“L’Unione è più della somma di 28 Stati membri” ribadiscono i ministri degli esteri di Belgio, Germania, Francia, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi che martedì si sono visti a Roma per parlare del futuro dell’Unione.
A cura di Antonio Palma
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Bisogna rilanciare un messaggio per un'Europa unita e contrastare una tendenza centrifuga dei Paesi membri che appare sempre più diffusa dopo la crisi dei migranti. È quanto hanno ribadito i ministri degli esteri dei sei paesi fondatori dell'unione Europea, Belgio, Germania, Francia, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi, al termine del vertice di martedì a Roma organizzato dal governo italiano per parlare del futuro dell'Ue. al centro dei colloqui tra il ministro italiano Paolo Gentiloni, il tedesco Frank-Walter Steinmeier, il francese Laurent Fabius, il lussemburghese Jean Asselborn, il belga Didier Reynders e l’olandese Bert Koenders, ovviamente la questione migranti e le politiche di chiusura delle frontiere intraprese dai vari Paesi negli ultimi mesi.

"Sul tema delle migrazioni condividiamo la necessità di avere delle politiche comuni. Non è possibile nel prossimo futuro immaginare che decisioni di singoli paesi possano mettere in discussione conquiste e risultati degli ultimi decenni, in particolare mi riferisco al trattato di Schengen" ha spiegato Gentiloni al termine dell'incontro a Villa Madama. I Ministri hanno parato di futuro dell’Unione Europea e delle prospettive di rilancio del processo di integrazione convenendo che bisogna rilanciare un’Unione ancora più integrata tra i popoli per rispondere al meglio alle sfide che si sono presentate.

"Il messaggio che i sei paesi fondatori dell'Unione europea vogliono lanciare a poco più di un anno dal 60esimo anniversario della firma del Trattato di Roma è un messaggio per l'Europa, in controtendenza a messaggi contro l'Europa che sembrano oggi molto diffusi. Noi siamo convinti che la prospettiva europea sia fondamentale per i nostri Paesi" ha proseguito il nostro Ministro degli esteri, assicurando che non c'è nessuna intenzione di creare un'Unione a strati. "La nostra iniziativa non è esclusiva e non vuole tener fuori altri Paesi. Il nostro proposito fin dal prossimo incontro, che ci sarà nei prossimi mesi in Belgio, è di coinvolgere anche altri stati membri dell'Ue" ha spiegato infatti il titolare della Farnesina.

"L’Unione è molto di più della somma di 28 Stati membri", dice il comunicato finale dell'incontro che ribadisce la necessità di una "migliore gestione dei confini esterni dell’Ue, per renderli sempre più sicuri ma senza ostacolare la libertà di movimento delle persone e Schengen". Infine i sei ministri hanno ricordato che rilanciare il progetto europeo significa anche una "nuova strategia globale sulle politica estera e di difesa e un rafforzamento dell’azione contro le minacce terroristiche, nel pieno rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto".

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