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Gli orlandiani frenano su voto anticipato e proporzionale: “Un salto nel buio”

Dai 31 esponenti dem di corrente orlandiana, al ministro Alfano, al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan arrivano appelli più o meno velati che invitano il Pd e Matteo Renzi ad abbandonare l’ipotesi del voto anticipato. In una lunga lettere di Campo progressista, il movimento fondato da Giuliano Pisapia che mira a unificare la sinistra italiana, arriva invece lo stop al voto anticipato e alle larghe intese con Forza Italia.
A cura di Charlotte Matteini
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Sembrava esserci un accordo trasversale sulla legge elettorale e, parzialmente, anche sull'ipotesi del voto anticipato in autunno, ma a giudicare dal documento siglato da 31 deputati dem della corrente orlandiana, questo accordo trasversale è minato da varie contrapposizioni. Gli orlandiani, infatti, nel documento a sostegno di Paolo Gentiloni siglato in vista della direzione Pd di questo pomeriggio, hanno espressamente evidenziato di essere contrari sia alle elezioni anticipate, definite "un salto nel buio", sia al sistema proporzionale. Come il ministro degli Esteri Angelino Alfano, dunque, anche i 31 esponenti dem del Partito Democratico considerano il voto anticipato un azzardo. E dello stesso avviso, seppur la posizione non sia stata chiaramente esplicitata, sarebbero anche il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan che hanno rispettivamente dichiarato che "anche se ci auguriamo un'intesa sulla legge elettorale, il governo è nella pienezza di poteri e manterrà i suoi impegni" e sotto cicli elettorali è difficile fare cambiamenti", riferendosi alle riforme e all'approvazione della futura legge di stabilità, che cadrebbe proprio nel periodo elettorale.

Anticipato da Huffington Post, ecco il testo del documento che verrà ufficialmente presentato in conferenza stampa questo pomeriggio:

La Direzione nazionale del PD, eletta dopo le primarie del 30 aprile, che hanno confermato Matteo Renzi alla guida del partito, ha davanti a sé, fin dalla prima riunione questioni rilevanti da discutere e decisioni da prendere straordinariamente delicate ed importanti per il Paese e per la stessa prospettiva del Partito Democratico.

Il Parlamento ha avviato l'esame della riforma della legge elettorale, caposaldo essenziale per dare stabilità al sistema politico e per restituire credibilità e solidità alle stesse istituzioni nazionali.

Nel mentre si confrontano, del tutto legittimamente, modelli e soluzioni spesso molto lontani tra di loro, sosteniamo con determinazione la necessità che il PD tenga fermo il principio dell'equilibrio tra governabilità e rappresentanza quale requisito non contrattabile nel doveroso confronto parlamentare con tutti i partiti e movimenti, scongiurando ogni ipotesi proporzionalistica, che produrrebbe ingovernabilità ed instabilità, ripristinando il potere di scelta dei parlamentari da parte dei cittadini.

Siamo, peraltro, alla vigilia di una importante e diffusa scadenza elettorale amministrativa, primo test elettorale per il PD dopo le primarie ma anche dopo una lacerante scissione, a cui il centrosinistra giunge in modo disomogeneo, non di rado diviso. Ogni sforzo andrà fatto nelle prossime settimane per sostenere i nostri candidati e far vincere il PD e il centrosinistra.

E, ancora, il recente esame positivo da parte della Commissione Europea dei contenuti della cosiddetta "manovrina", con la quale sono state adottate misure aggiuntive di bilancio per il 2017, è stato accompagnato in vista dell'esame del bilancio 2018 dalla raccomandazione a consolidare l'azione di risanamento finanziario e di sostegno alla crescita da perseguire con la piena attuazione dell'agenda di riforme già adottata dal Governo.

Un ulteriore motivo per continuare nel sostegno leale verso l'azione del Governo Gentiloni che, da qui a fine legislatura, deve procedere senza indugi sulla via delle riforme e garantire quella stabilità necessaria per poter affrontare anche i prossimi appuntamenti di bilancio.

Insomma: legge elettorale, elezioni amministrative, risanamento di bilancio, impulso alla crescita e contrasto alle povertà e disuguaglianze, freno alle campagne populistiche contro istituzioni e politica, sostegno al Governo Gentiloni. Si tratta di prove decisive per disegnare l'Italia che verrà nei prossimi anni e la stessa funzione riformista del PD.

Puntare, invece, ad elezioni in autunno, subordinando a questa scelta la legge elettorale; rischiando l'esercizio provvisorio di bilancio che alimenterebbe spinte ad attacchi di speculazione finanziaria, colpendo finanze pubbliche, imprese e cittadini, significherebbe assumersi la gravissima responsabilità di un salto nel buio.

Ce n'è abbastanza, a nostro parere, per rivolgere un invito a Matteo Renzi perché si valorizzi il patrimonio comune che è proprio delle maggiori personalità ma anche e soprattutto della comunità dei democratici. Si assuma, quindi, nel PD di fronte a così delicate scadenze, l'obiettivo di un patto politico di unità valorizzando il pluralismo dei contributi, il ruolo degli organismi dirigenti, a livello nazionale e nei territori, e quello dei gruppi parlamentari, affinché tutto il PD possa al meglio vedere esaltate le proprie potenzialità e capacità di guida del Paese.

Noi pensiamo che si debbano cambiare e non seguire le strade percorse. È una sfida per tutti noi che, per quanto ci riguarda, siamo disponibili ad affrontare.

In questa prospettiva è opportuno che la Direzione nazionale, prima di assumere sulla legge elettorale decisioni impegnative per tutti, ascolti le valutazioni dei gruppi PD di Camera e Senato.

Firmatari

Donatella Albano, Silvana Amati,Ignazio, Angioni, Amedeo Bianco, Daniele Borioli, Claudio Broglia, Rosaria Capacchione, Valeria Cardinali, Vannino Chiti, Monica Cirinnà, Erica D'Adda, Camilla Fabbri, Elena Ferrara, Marco Filippi, Elena Fissore, Paolo Guerrieri Paleotti, Sergio Lo Giudice, Annalisa Manassero, Claudio Martini, Donella Mattesini, Claudio Micheloni, Massimo Mucchetti, Gianluca Rossi, Giancarlo Sangalli, Annalisa Silvestro, Ugo Sposetti, Walter Tocci, Salvatore Tomaselli, Renato Guerino Turano, Stefano Vaccari, Daniela Valentini

Dalla corrente renziana di maggioranza, però, gli appelli non vengono colti: "Allarmi ingiustificati", ha commentato la vicecapogruppo Pd alla Camera Silvia Fregolent, mentre il senatore dem Francesco Scalia ha dichiarato: "Fare una legge elettorale condivisa è un obbligo. Ap se ne faccia una ragione".

Dello stesso avviso sembrano anche i partiti della galassia a sinistra del Partito Democratico. In un appello diffuso da Campo Progressista e firmato dai parlamentari di Pd, Articolo1-Mdp, Centro Democratico, Campo Progressista e gruppo Misto Franco Bordo, Luisa Bossa, Roberto Capelli, Mario Catania, Eleonora Cimbro, Paolo Corsini, Donatella Duranti, Claudio Fava, Francesco Ferrara, Nello Formisano, Filippo Fossati, Miguel Gotor, Florian Kronblicher, Luigi Manconi, Giovanna Martelli, Toni Matarrelli, Gianni Melilla, Massimo Mucchetti, Franco Monaco, Marisa Nicchi, Giorgio Piccolo, Gaetano Piepoli, Michele Piras, Luis Alberto Orellana, Michele Ragosta, Lara Ricciatti, Michela Rostan, Arcangelo Sannicandro, Bruno Tabacci, Filiberto Zaratti, Davide Zoggia, si legge:

"Quello che si va costruendo in queste ore è l'ennesimo forzoso tentativo di porre fine alla legislatura per iniziarne un'altra nello stesso modo in cui è finita la precedente: governando con la destra, accordandosi con Berlusconi. Con Pd, destra e Grillo, tutti uniti dal calcolo di interessi particolari, incuranti del superiore interesse generale. Questo Paese merita di più".

Il popolo del centrosinistra ha diritto a scegliere un'offerta che lo rappresenti, non a dividersi tra la sinistra che vuole governare con la destra e la sinistra che punta solo alla residualità. Vogliamo lanciare un nuovo progetto per mettere in campo la nuova casa del centrosinistra e per una politica che torni a dare speranza.

Il Partito Democratico sembra abbia abbandonato l'idea di ricostruire il campo dei progressisti, aperto al civismo, con valori condivisi e leadership scelta dal popolo del centrosinistra, per costruire, ancora una volta, le larghe intese con la destra che punta solo alla testimonianza fine a se stessa, buona solo per riportare qualche esponente politico in Parlamento.

Per questo, lavoreremo a una proposta elettorale e, soprattutto, a un progetto politico che punti a ricostruire un nuovo centrosinistra. Non la sinistra del rancore o ancora peggio della restaurazione, non un'alchimia elettorale, ma una nuova e diversa prospettiva politica, concreta e contemporanea, che dia spazio a una nuova classe dirigente, alle tante competenze che impreziosiscono il Paese, che faccia tornare ad appassionare alla politica.

Che non si arrenda alle larghe intese, che guardi al domani, non alla sopravvivenza dell'oggi.

Chiediamo alle forze sociali, civiche, associative di lavorare insieme per un nuovo progetto che poggi i suoi piedi su due punti fondamentali: l'unità e la discontinuità. L'unità con un popolo: quello del centrosinistra, quello del civismo progressista, dell'ambientalismo, del cattolicesimo sociale. La discontinuità nel metodo di governo, nel decidere insieme anziché da soli, nel confronto con le parti sociali, nell'apertura al civismo.

E nel merito: la lotta alla diseguaglianza e alla corruzione, la redistribuzione del reddito, la riconversione ecologica e solidale della nostra economia, la valorizzazione della dignità del lavoro.

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