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Gli insulti a Rita Levi Montalcini

Quando la senatrice, scomparsa oggi, entrò a Palazzo Madama, si espose a insulti d’ogni tipo, soprattutto a quelli della Lega Nord.
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Quando diventò senatrice a vita per "altissimi meriti scientifici", Rita Levi-Montalcini, morta oggi a 103 anni, finì nel tritacarne della politica italiana: non le vennero risparmiate aspre critiche ma soprattutto insulti dai quali la ricercatrice premio Nobel si è sempre difesa con stile e fermezza.
Nel 2001 il comico e leader politico Beppe Grillo definì la ricercatrice torinese una "vecchia putt…", parlando del suo Nobel e delle case farmaceutiche che a suo dire avrebbero favorito il riconoscimento. Grillo incassò una querela per diffamazione aggravata chiusa due anni dopo col patteggiamento e il pagamento d'una multa di 4mila euro. Nel 2011 Umberto Bossi in un comizio a comizio a Ponte di Legno, disse: "meglio Scilipoti che quella scienziata, la Montalcini".

Fu il giornale della Lega Nord, la "Padania", al tempo del governo Prodi tenuto in piedi anche dalla presenza e dal voto di alcuni senatori a vita a titolare "La ricetta di Nonna Rita / Una badante per il governo". Nell'articolo del quotidiano leghista, apostrofò poi sul Corriere della Sera Gian Antonio Stella, "una cronista è arrivata a scrivere che all'«assenteista» Montalcini dovrebbe essere dato «un secondo Nobel, quello sui neuroni fantasma» e che dovrebbe fare «la badante dei cervelli» e che avendo scritto saggi sulla «Sclerosi multipla in Italia» non dovrebbe salvare col suo voto un parlamento «sclerotizzato, tanto da rendere mummificato il Paese»". Anche il lùmbard Roberto Castelli attaccò la Montalcini gettando ombre sull'utilità dei finanziamenti al suo "European Brain Research Institute". E infine, Francesco Storace, che prima del voto sulla manovra economica ebbe a dire "La Montalcini? Le porteremo a casa le stampelle".

Così rispose il premio Nobel dalle colonne di Repubblica:

CARO DIRETTORE, ho letto su Repubblica di ieri che Storace vorrebbe consegnarmi, portandomele direttamente a casa, un paio di stampelle. Vorrei esporre alcune considerazioni in merito.
Io sottoscritta, in pieno possesso delle mie facoltà mentali e fisiche, continuo la mia attività scientifica e sociale del tutto indifferente agli ignobili attacchi rivoltimi da alcuni settori del Parlamento italiano.
In qualità di senatore a vita e in base all'articolo 59 della Costituzione Italiana espleterò le mie funzioni di voto fino a che il Parlamento non deciderà di apporre relative modifiche. Pertanto esercito tale diritto secondo la mia piena coscienza e coerenza.
Mi rivolgo a chi ha lanciato l'idea di farmi pervenire le stampelle per sostenere la mia "deambulazione" e quella dell'attuale Governo, per precisare che non vi è alcun bisogno. Desidero inoltre fare presente che non possiedo "i miliardi", dato che ho sempre destinato le mie modeste risorse a favore, non soltanto delle persone bisognose, ma anche per sostenere cause sociali di prioritaria importanza.
A quanti hanno dimostrato di non possedere le mie stesse "facoltà", mentali e di comportamento, esprimo il più profondo sdegno non per gli attacchi personali, ma perché le loro manifestazioni riconducono a sistemi totalitari di triste memoria.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. È autore del libro "Se potessi, ti regalerei Napoli" (Rizzoli). Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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