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Gli dissero “Frocio, mi fai schifo”, coppia condannata a risarcire il giovane vittima dell’insulto

L’Arcigay di Palermo, parte civile nel processo, ha accolto con soddisfazione la sentenza del giudice di pace e sarà risarcita insieme al ragazzo vittima dell’insulto omofobo. La vicenda accadde nel 2008, la coppia di coniugi di Bagheria insultò in strada, davanti a testimoni, il ventenne.
A cura di Susanna Picone
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L’Arcigay di Palermo, parte civile nel processo, ha accolto con soddisfazione la sentenza del giudice di pace e sarà risarcita insieme al ragazzo vittima dell’insulto omofobo. La vicenda accadde nel 2008, la coppia di coniugi di Bagheria insultò in strada, davanti a testimoni, il ventenne.

1200 euro di multa e un risarcimento per la vittima di 500 euro: è quanto dovranno pagare una coppia di coniugi siciliani per aver deriso e insultato un giovane omosessuale in strada a Bagheria. I fatti risalgono al settembre del 2008: marito e moglie si scagliano, davanti a tanti testimoni, forse convinti di farla comunque franca, contro un ventenne. Iniziano a discutere e dalla discussione presto si passa agli insulti veri e propri: “Frocio”, “Mi fai schifo”, tutto ai danni del ragazzo preso alla fine anche a schiaffi dalla stessa coppia. Il giovane non fa passare inosservata l’aggressione dei due e decide di sporgere denuncia per la violenza subita affidandosi ai legali dell’Arcigay che si costituisce parte civile.

Una sentenza fondamentale per la comunità omosessuale – Il giudice di pace ha condannato l’intolleranza dei coniugi segnando quella che è stata immediatamente definita dalla stessa Arcigay “una sentenza storica”, unica del genere in Sicilia. Una condanna, tra l’altro, che arriva, anche a causa delle recenti dichiarazioni poco felici di Giovanardi, in un momento particolarmente caldo riguardo la lotta all’omofobia e che deve spingere, lo sostengono in molti, ad approvare una legge specifica a riguardo. Quella che si è registrata in Sicilia è una delle pochissime sentenze in Italia in cui ad un’associazione per la difesa dei diritti Lgbt viene riconosciuto un risarcimento, il giudice inoltre, condannando la coppia, ha riconosciuto il danno reso all’intera comunità gay. “Questa sentenza dimostra che, malgrado le carenze della legislazione italiana, che non ha ancora una legge anti-omofobia, nei tribunali italiani i cittadini LGBT possono essere tutelati e difesi”, si è espresso così, mostrando soddisfazione, l’Arcigay di Palermo. Necessità di una legge specifica che ovviamente continua ad essere sostenuta da tutti.

“Estendere la legge Mancino ai reati di omofobia” – Ha commentato la vicenda anche la deputata del Pd Paola Concia che, come l’Arcigay, ha fatto notare il buco legislativo presente in Italia. “Come Pd e Idv abbiamo ripreso la discussione in commissione di estendere la legge Mancino ai reati di omofobia e transfobia: siamo chiamati, noi tutti, a prendere una decisione politica. I ministri Elsa Fornero e Paola Severino, ai quali ho già chiesto un incontro, si sveglino da questo torpore e ci aiutino a far approvare una legge che tuteli le persone omosessuali e transessuali”. Una legge necessaria, secondo l’Arcigay, perché tutti i crimini d’odio devono essere sanzionati.

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