Giuseppe Conte contro Francia e Germania: “Sul seggio all’Onu prendono in giro noi e l’Ue”
I suoi dubbi il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, li aveva già espressi negli scorsi giorni: l’idea di un seggio alla Germania nel Consiglio di sicurezza dell’Onu non gli piace. E lo conferma, spiegando la sua posizione, in un colloquio con Il Corriere della Sera. “Forse – esordisce Conte – bisogna cominciare a parlare con più franchezza: tutti. E dirci che ormai l’Europa è un po’ nuda. La vuota retorica europeista non basta più”. L’asse franco-tedesca che si sta concretizzando in questi giorni, con l’ipotesi di un seggio alla Germania nel Consiglio di sicurezza Onu, viene così commentato da Conte: “È dall’inizio degli anni Novanta del secolo scorso che abbiamo aderito all’idea di attribuire un seggio all’Unione Europea, e non a uno degli Stati membri. E invece, qualche giorno fa ci siamo ritrovati con la firma del trattato di Aquisgrana tra Berlino e Parigi. Il seggio permanente alla Germania, in quel Trattato, è indicato come una priorità”.
Per Conte non si tratta di una provocazione, ma di un “impegno giuridico e un obiettivo di politica estera che emargina l’Europa. Ma come, non si era detto sempre di darlo all’Europa? Ma allora ci state prendendo in giro. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu risponde a un’architettura per la quale i posti con diritto di veto andavano ai vincitori della Seconda guerra mondiale. La Germania la guerra mondiale l’ha vinta o l’ha persa?”. Il presidente del Consiglio attacca ancora i due Paesi: “La verità è che abbiamo colto Germania e Francia con le dita nella marmellata. Queste cose dobbiamo dirle, e a voce alta. Se non interveniamo, avremo una responsabilità storica per avere taciuto. Non accetto l’idea che, avendo il sessanta per cento dei consensi tra le italiane e gli italiani, dobbiamo fare i parenti poveri. Nessun governo in Europa ha un gradimento come il nostro”.
Per Conte l’Italia non è isolata: “Basta vedere la mia foto con la cancelliera Angela Merkel per capire che non è così”. A Davos, racconta ancora il presidente del Consiglio, “ho avuto tanti di quegli impegni e colloqui che non avevo tempo nemmeno di andare al bagno, tra il presidente del Brasile Jair Bolsonaro e la Merkel. E qualche giorno fa, alla giornata inaugurale di Matera Capitale europea della Cultura 2019, la gente mi ha accolto in modo così caloroso che quasi mi ha strappato i vestiti”.
I messaggi lanciati agli altri paesi europei sono comunque chiari: “I nostri alleati non possono pensare che ce ne stiamo seduti a tavola in silenzio, a sottoscrivere decisioni prese dagli altri. Perché devo partecipare a un vertice se hanno già fatto tutto? Mesi fa, a giugno, quando alla fine di un summit europeo mi comunicarono che una mediazione era stata raggiunta, li tenni bloccati per ore. E spiegai al presidente francese Macron e alla cancelliera Merkel che se non era raggiunta in mia presenza, la mediazione per me non valeva”. Conte reitera la sua posizione: “Il mio governo non vuole uscire dall’euro, non vuole attaccare le istituzioni europee. E ho chiesto piuttosto che l’Italia non sia lasciata sola. L’ho detto perché è l’unico modo per volere bene davvero al nostro continente”.