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Giuseppe Conte alla conferenza stampa di fine anno: “Pressione fiscale non aumenterà per cittadini”

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, parla alla conferenza stampa di fine anno facendo un bilancio dei primi mesi di governo: “Stiamo contribuendo a ridurre quella frattura tra cittadini e classe politica di cui soffre il sistema italiano. La nostra è una esperienza di governo innovativa che scandisce un significativo mutamento di passo della politica italiana”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, la definisce "l'occasione per un primo bilancio dopo vari mesi di esperienza di governo, una esperienza di governo innovativa che scandisce un significativo mutamento di passo della politica italiana". La conferenza stampa di fine anno del presidente del Consiglio si concentra sui primi mesi di governo, parlando di un mutamento "che sta nel fatto che ci sono state forze politiche che si sono presentate in campagna elettorale, assumendo degli impegni nei confronti degli elettori, hanno formato un governo e hanno redatto un contratto di governo: quegli impegni sono stati tradotti in un contratto e si è dato vita a un governo che sta realizzando quegli impegni. La manovra si pone in termini di continuità con quegli impegni. In passato succedeva che venivano fatte delle promesse, non si scrivevano in un contratto, di volta in volta le decisioni venivano assunte".

"Ecco, noi no: è stato fatto alla luce del sole. Il modus operandi condizionerà l’azione di governo. Quando rivendico l’azione populista di governo lo faccio alla luce di questa continuità. Questo modo di procedere ha dei vantaggi di cui beneficia l’intero sistema democratico. Permette al governo di mantenere un costante collegamento con i bisogni dei cittadini e consente ai cittadini di recuperare la fiducia nel sistema politico. E forse se i sondaggi a distanza di mesi ci danno ancora molto apprezzati dai cittadini, è dovuto a questa continuità e a questa coerenza nell’azione di governo. Stiamo contribuendo a ridurre quella frattura tra cittadini e classe politica di cui soffre il sistema italiano. Non è il governo delle lobby, di potentati economici, di comitati d’affari. Io non ricevo personaggi che rappresentano interessi particolari, lobbisti, esponenti di comitati d’affari. Ricevo persone che hanno incarichi istituzionali. La nostra agenda di lavoro è dettata dai bisogni dei cittadini".

Conte lancia anche una nuova iniziativa che metterà in campo nel 2019: "Donne e uomini normali, gesti esemplari’. A Palazzo Chigi io incontro spesso capi di governo, capi di Stato, c’è un protocollo per riceverli. Con il nuovo anno mi piacerebbe individuare donne e uomini normali, cittadini normali che hanno compiuto dei gesti che possono essere di esempio per tutti, che tutti dovremmo compiere. Mi piacerebbe ricevere questi cittadini con gli onori di incontri bilaterali. Vareremo questa iniziativa anche per recuperare una testimonianza civica, un tessuto sociale che nelle nostre società rischia di slabbrarsi sempre più".

Parlando della trattativa con la Commissione europea e delle polemiche sulla manovra, Conte ha spiegato: "Nella vita guardo avanti e non ho rimpianti, in questo caso ancora meno. Io non ho mai consentito che a Bruxelles di mettere in dubbio i punti principali e non hanno mai cercato di valutare nel merito le misure proposte e adottate. L’interlocuzione ha riguardato i saldi finali. Abbiamo mandato una proposta scritta da noi. quello che ci è stato proposto alla fine era la clausola di congelamento finale, noi ci siamo impegnati a non sforare mai, di controllare anche nel corso dell’anno. L'opposizione ho visto che cavalca la narrativa della manovra scritta da Bruxelles ma questo non è vero, la manovra è stata scritta in Italia e mandata alla Commissione con una lettera. Quello che Bruxelles ci ha suggerito è stata la clausola di congelamento dei fondi per due miliardi e noi ci siamo impegnati a non sforare i parametri. Quei due miliardi accantonati potranno eventualmente essere sottoposti a verifica. Io adesso non ho il dato finale, ma anche dovessimo confermare che l'anno scorso la pressione fiscale era al 42 e ora al 42,4% questo non significa che stiamo aumentando la pressione fiscale ai cittadini ma ad altri soggetti, ad esempio alle banche, alle assicurazioni o ai giganti del Web tramite la Web Tax e alle imprese che lavorano nell'ambito del gioco d'azzardo. Noi abbiamo ridotto la pressione fiscale ad autonomi e alle piccole e medie imprese e stiamo realizzando un disegno di politiche economiche e sociali che non ci ha dettato Bruxelles".

Proseguendo, Conte affronta il tema delle autonomia: "Il tema è nel contratto di governo e vogliamo realizzare il progetto di una autonomia rafforzata nel migliore nei modi. D'altra parte ci sono stati anche dei referendum plebiscitari e ci muoveremo nei limiti della Costituzione. Io sarà garante in questo progetto della coesione nazionale". Per quanto riguarda un eventuale rimpasto di governo, Conte spiega che non spetta a lui valutare se succederà o meno, in quanto “maturerà eventualmente in seno a una delle due forze politiche”. Allo stesso modo, il presidente del Consiglio ritiene che un progetto di legge di riforma costituzionale debba essere proposto dal Parlamento e non dal governo.

Conte si prende la responsabilità per l'aumento dell'Ires al terzo settore: "Quando si commette un errore e si ritiene che sia un errore, bisogna ammetterlo. È stata introdotta da ultima laddove era in fase avanzata il negoziato con Bruxelles e tra le ipotesi al vaglio si è pensato anche a questa soluzione che mi è sembrata plausibile valutando complessivamente altre misure. Ho pensato che questa potesse essere una misura, nella concitazione del rush finale, che in termini di sistema potesse venire compensata da altre misure. In effetti la riflessione successiva ci ha portato a valutare meglio e abbiamo pensato, d’accordo con i ministri, che sin da gennaio incontreremo il forum del terzo settore, raccoglieremo le istanze e ci metteremo intorno a un tavolo per definire meglio un intervento in questa direzione. Mi assumo io personalmente le responsabilità: quando c’è un errore lo si ammette. Non era nostra intenzione mortificare il terzo settore".

Parlando del raffreddamento dell’indicizzazione delle pensioni, Conte replica anche a una domanda sulla protesta dei pensionati contro il governo: “I pensionati li ricordo silenti quando hanno approvato la legge Fornero, oggi sono in piazza a protestare, facciano la loro protesta, ma non abbiamo attentato ai trattamenti pensionistici”. Non manca un commento sull'immagine di Luigi Di Maio che ha festeggiato l'approvazione del reddito di cittadinanza dal balcone di Palazzo Chigi: "Di Maio al balcone era la genuina immagine di chi si è battuto per una misura di civiltà sociale ed è stato crocifisso rievocando oscure figure del passato. Io plaudo alla forza con cui Di Maio ha portato avanti questa battaglia, quando tutti gli altri erano contrari. Quella misura l’ho studiata ed è stata una di quelle che mi hanno convinto a partecipare a questa avventura di governo".

Conte parla anche degli F-35, su cui il Movimento 5 Stelle sembra aver cambiato idea esprimendo ora un parere positivo: "Per quanto riguarda gli F-35 è in atto una valutazione tecnica, all’esito della valutazione interverremo. Allo stato questo governo non ha speso un euro per gli F-35, all’esito di queste valutazioni trarremo le conclusioni". Per il presidente del Consiglio, inoltre, “la possibilità di un tagliando” sul contratto di governo “non è da escludere”. Sulla compressione dei tempi parlamentari e la mancata discussione della manovra in Parlamento, Conte torna a scaricare la colpa sulla trattativa con l'Unione europea: "Mi rendo conto che non è la situazione ideale quella che si è prospettata al Senato e che ora sta ritornando alla Camera. Siamo nella prospettiva di una contrazione forte dei tempi, perché si avvicina il timore di un esercizio provvisorio. Noi confidiamo che non ci sia più un negoziato con Bruxelles in zona Cesarini. Con pieno rispetto del Parlamento, confidiamo che situazioni del genere non si ripetano più. Non c’è stata alcune deliberata volontà del governo di comprimere i tempi parlamentari".

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