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L'omicidio Meredith Kercher

Giulia Bongiorno arringa: Nulla collega Raffaele Sollecito al delitto di Meredith

Vi è stata oggi l’arringa della difesa di Raffaele Sollecito nell’ambito del processo Meredith: il legale Giulia Bongiorno chiede l’assoluzione per il ragazzo coinvolto in un processo “amandocentrico”.
A cura di Susanna Picone
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Sollecito insieme al suo avvocato Bongiorno.
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Continua il processo d’appello a Amanda Knox e Raffaele Sollecito accusati per l’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher. L’avvocato del ragazzo Giulia Bongiorno ha concluso oggi la sua arringa di fronte alla Corte d’Assise di Appello di Perugia chiedendo l’assoluzione per Sollecito. Secondo l’avvocato “Nulla collega Raffaele a questo processo”, la difesa infatti è stata giocata esclusivamente sulla figura di Amanda che, secondo la Bongiorno, ha giocato un ruolo fortissimo al punto tale da coinvolgere anche l’ex fidanzato Sollecito in una vicenda che, sebbene gravissima, non coinvolge i due ragazzi. “C’è chi con una fidanzata acquisisce una famiglia, lui ha acquisito un delitto. Ma nulla c’è anche su Amanda”.

“ Nulla collega Raffaele Sollecito a questo delitto. Tutti gli elementi erano su Amanda ma comunque Raffaele doveva essere inserito in qualche modo perché aveva passato la notte con lei. ”
Avv. Giulia Bongiorno

La difesa ha affrontato il tema delle prove scientifiche: secondo la Bongiorno la prova del gancetto del reggiseno non va ritenuta attendibile perché probabilmente il reperto è stato contaminato e quella sarebbe stata l’unica prova della presenza di Amanda e Raffaele nella stanza del delitto. Un gancetto che inoltre è stato analizzato 46 giorni dopo il suo ritrovamento in una stanza che era stata messa a soqquadro dalle perquisizioni della polizia.

Anche Giulia Bongiorno ha toccato, come in precedenza Giuliano Mignini e Giancarlo Costagliola, il discorso dei media che spesso, secondo l’accusa, hanno stravolto i fatti disegnando Amanda e Raffaele come due giovani di buona famiglia incastrati in un terribile delitto. Per la Bongiorno “Attaccare i media è un boomerang. I media rispecchiano ciò che accade qui dentro e se parlano di innocenza, vuol dire che nel processo sono emerse delle prove di innocenza”. Ha parlato poi a lungo della figura di Amanda vista come una “Venere in pelliccia” e una “femme fatale” ossessionata dal sesso o ancora come una novella Jessica Rabbit.

“Vi è stato proposto un ritratto deformato di questi due giovani, lui gregario e lei protagonista. Tra i due ragazzi c’è stata solo tenerezza. Dobbiamo abbandonare le immagini di fantasia e dobbiamo dare per morta la Venere in pelliccia. Assolvete Raffaele Sollecito”.

Amanda attende le arringhe.
Amanda in attesa dell'arringa della difesa.

L’arringa dell’avvocato Bongiorno arriva dopo la richiesta di ergastolo fatta dai pm la scorsa settimana. Secondo la pm Manuela Comodi infatti, anche a prescindere dall’esito delle prove scientifiche, è impensabile non confermare quanto meno la condanna di primo grado. Ricordiamo che Amanda e Raffaele sono stati condannati in primo grado rispettivamente a 26 e 25 anni di carcere insieme al terzo accusato della vicenda Rudi Guede che dovrà scontare 16 anni col rito abbreviato.

La sentenza definitiva dovrebbe arrivare la prossima settimana intanto è sempre su Amanda che si concentra l’attenzione dei media: cosa farà la giovane americana se le venisse riconsegnata la libertà dopo quattro anni? Tranquilla, speranzosa e fiduciosa la ragazza sembra sognare già di ritornare nel suo Paese che sempre l’ha ritenuta una vittima.

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