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Giovanni Lo Porto è il siciliano rapito in Pakistan: possibile richiesta di riscatto

Un italiano e un olandase sono stati rapiti nel Punjab meridionale, in Pakistan. I due sono cooperanti presso una Ong tedesca che lavora, al momento, per la ricostruzione dell’area devastata dalle alluvioni.
A cura di Carmine Della Pia
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italiano rapito in pakistan

Motivi finanziari alla base del rapimento del cooperante italiano Giovanni Lo Porto. Il 36enne siciliano è stato sequestrato ieri insieme ad un collega della Ong tedesca ‘Welthungerhilfe' (Aiuto alla fame nel mondo), operante a Qasim Bela, nel distretto di Multan, in Pakistan. Il responsabile dei ‘Frontier Corps', Generale Ubaidullah Khan Khattak, ha spiegato che in quell'area del Pakistan sono sempre più numerosi i rapimenti, soprattutto di stranieri, per trarre profitto economico, possibilmente in dollari. I due uomini collaborano con la Ong ‘Welthungerhilfe', tra le più grandi organizzazioni umanitarie private in Germania, impegnata in progetti di aiuto, assistenza e sviluppo per la diffusione di alimenti sicuri e per lo sviluppo rurale e la protezione delle risorse naturali.

Quattro rapitori fanno irruzione negli uffici della Ong

Giovanni Lo Porto, 36enne siciliano, e Bernd Johannes, 45enne olandese, si trovavano nella provincia pachistana per la ricostruzione del Punjab meridionale, ancora distrutto per le inondazioni dello scorso anno. Secondo alcuni testimoni oculari, quattro uomini mascherati hanno fatto irruzione negli uffici della Ong, dove si trovavano Lo Porto e il collega olandese, appena rientrati da un'ispezione in automobile presso alcune zone alluvionate. I balordi hanno puntato contro i due una pistola, costringendoli ad indossare un vestito tradizionale pachistano. Le indagini sono state avviate, ma la polizia pachistana informa che la zona del Punjab è frequentata da numerosi gruppi antigovernativi dediti a rapimenti e conseguenti richieste di riscatto.

La notizia era stata diffusa da una tv di Islamabad e confermata dalla Farnesina. Il ministro degli Esteri ha spiegato: "Sono stati attivati tutti i canali utili per seguire da vicino la vicenda in contatto anche con la famiglia. Come avvenuto anche in altri casi, si adotterà anche in questo la linea del riserbo". L'identità del cooperante italiano, Giovanni Lo Porto, è stata riferita da fonti della cooperazione internazionale e da un tweet di Stefano Piziali, responsabile Cesvi 2, per la quale il 36enne rapito aveva collaborato in passato.

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