Giovanardi versus Ikea: definire “famiglia” le unioni tra gay viola la Costituzione
L'Italia non è pronta ad accettare le unioni tra omosessuali: se finora avete rifiutato tale dato, in queste ore è arrivata l'ennesima conferma. A pochi giorni dagli insulti omofobi rivolti ad Anna Paola Concia, la deputata del PD fervida sostenitrice di una legge che punisca l'omofobia, adesso la pietra dello scandalo è un messaggio pubblicitario di Ikea, la celebre azienda svedese produttrice di mobili low cost. Il visual del messaggio incriminato rappresenta due uomini di spalle che si tengono per mano, mentre l'headline, ovverosia la parte testuale, recita: "Siamo aperti a tutte le famiglie".
Un messaggio potente che ha scatenato l'accesa critica del sottosegretario alla Famiglia, Carlo Giovanardi, che durante il programma di Klaus Davi, KlausCondicio, ha così commentato il contenuto della pubblicità: "Contrasta a gamba tesa contro la nostra Costituzione, è offensivo, di cattivo gusto. L'Ikea è libera di rivolgersi a chi vuole e di rivolgere i propri messaggi a chi ritiene opportuno. Ma quel termine ‘famiglie' è in aperto contrasto con la nostra legge fondamentale che dice che la famiglia è una società naturale fondata sul matrimonio tra uomo e donna e non quella tra coppie dello stesso sesso." Non si è fermato qui, e sebbene non abbia espresso la volontà di interpellare il Giurì per l'autodisciplina pubblicitaria, Giovanardi si è augurato che la multinazionale svedese ritiri al più presto i messaggi incriminati, concludendo: "trovo grave e di cattivo gusto che una multinazionale svedese […]venga in Italia e dica agli italiani cosa devono pensare polemizzando contro la loro Costituzione. Credo che molti clienti dell'Ikea non lo riterranno gradevole". Come se la famiglia italiana possa essere messa repentaglio da un messaggio pubblicitario, piuttosto che dal fatto che il Sottosegretario non riceva dal Governo Berlusconi neanche un soldo da investire nelle politiche ad essa dedicate.
Ad ogni modo, quello di Ikea appare essere un messaggio diretto nella sua efficacia, come spiegato anche nel bodycopy dell'annuncio, in basso, "Noi di Ikea la pensiamo proprio come voi: la famiglia è la casa piu' importante. Quello che cerchiamo di fare è rendere più comoda la vita di ogni persona, di ogni famiglia e di ogni coppia, qualunque essa sia". Al di là degli obiettivi di marketing, che restano la priorità di qualsiasi azienda, si tratta di un messaggio semplice, che affronta la realtà in maniera estremamente realista e per niente ipocrita.
In effetti, la maggioranza delle critiche indirizzate al mondo delle pubblicità riguardano l'inverosimiglianza dei messaggi veicolati: spesso, insomma, si ritiene che le aziende forzino troppo la mano promettendo benefici irrealizzabili mediante il semplice acquisto di un prodotto. Il consumatore, almeno quello più avveduto, accetta tacitamente l'inganno e sa perfettamente che non diventerà più sexy con la nuova fragranza dello stilista X o che l'ultimo modello di SUV non lo aiuterà a conquistare appeal agli occhi del pubblico femminile. Il consumatore lo sa, sebbene non manchino le critiche alle imprese. Quando poi, in uno sforzo di realismo, le aziende cercano di rappresentare nei loro messaggi ciò che è la vita reale, con le sue contraddizioni, tale rappresentazione non viene accettata. O meglio, a dirla tutta non viene accettata quello che la vita reale è. Ebbene sì, se ancora non fosse chiaro, nel mondo, così come in Italia, ci sono tantissime coppie etero, gay e lesbo che programmano la loro vita insieme, come una famiglia, pur non avendo l'avvallo dei sottosegretari ai quattro angoli del globo. E vanno da Ikea.