Giovanardi su Ilaria Cucchi: “Costruisce carriera politica su bugia collettiva”
Riecheggiano ancora pesanti le parole inopportune e decisamente fuori luogo con le quali Carlo Giovanardi, nel 2009, liquidò il caso di Stefano Cucchi affermando che il ragazzo fosse morto perché anoressico, drogato e sieropositivo. Parole successivamente ritrattate ma dietro le quali si poteva leggere la cifra del Giovanardi pensiero in merito alla questione. E ieri ne è giunta chiara conferma. La sorella di Stefano Cucchi, Ilaria, che da anni si prodiga al fine di fare luce sul caso della morte di suo fratello e, più ingenerale prova a irradiare la malsana e paradossale situazione delle carceri italiane, è candidata con Rivoluzione Civile, la compagine con a capo Antonio Ingroia.
E siccome, più che sui contenuti, l'avventura elettorale subisce pedissequamente l'accusa di opportunismo politico, di aver cavalcato un'onda favorevole, è questa la strada più battuta dai detrattori. Così Giovanardi non ha perso occasione di attaccare Ilaria Cucchi proprio su quel tema così delicato, di una vicenda che ha svelato una verità diversa sulle cause della morte di Stefano Cucchi. L'ex sottosegratario ieri pomeriggio ha provato a minare la credibilità di Ilaria Cucchi in qualità di candidata affermando testualmente che "sta costruendo una carriera politica su una bugia collettiva, suo fratello Stefano non è stato ammazzato di botte, è morto perché era un tossicodipendente e uno spacciatore".
Tutto questo in risposta al proposito politico primario che avrebbe espresso Ilaria Cucchi nel caso in cui dovesse entrare in parlamento, ovvero quello di combattere per cambiare la Fini-Giovanardi, una legge colpevole di aver intasato le carceri negli ultimi anni e quindi indirettamente colpevole della tragica morte di suo fratello: "Quando era alla presidenza del consiglio ha indicato la strada al processo. Bisogna dargliene atto. In questo processo è intervenuto il governo, tramite Giovanardi, più di una volta. La strada della verità scientifica è stata tracciata dal consulente della procura nonché consigliere di amministrazione di un importante gruppo assicurativo in compagnia delle famiglia Ligresti e Larussa (fratello dell'allora ministro della difesa che si affrettò subito a dire che i carabinieri non c'entravano) e dalla prof. Cattaneo consulente del ministero
Poi ha concluso, rivolgendosi a Giovanardi stesso:
Direi che abbiamo fatto il pieno. Dico a Giovanardi che, guardando le cronache giudiziarie di oggi, avrei, col senno di poi, usato me per tirare fuori Stefano da quel calvario. Sarò poco obiettiva ma non riesco a dimenticare che quello zombie, o larva, come l'ex ministro cristianamente ama definire Stefano, prima di pagare i suoi propri errori in carcere, faceva pugilato ed andava a lavorare regolarmente. Con buona pace di tutti. Se sarò eletta, la legge Fini/Giovanardi è la prima cosa a cui metterò mano. Una legge criminale, che non solo ha ammazzato Stefano, ma ha riempito le galere.
Nel frattempo, conosciamo la sentenza della III Corte d'assise di Roma la quale stabilisce che Cucchi morì per mancanza di cibo e liquidi. E' indubbio che Ilaria Cucchi sarà continuamente soggetta al rischio di attacchi sul tema che l'ha messa, senza la sua volontà, al centro dell'attenzione mediatica. Non si può che indurla ad esserne consapevole e forte, come ha già dimostrato di essere in questi ultimi anni. Il tutto, indipendentemente dal colore e la caratterizzazione della sua scelta politica.