Giornalisti minacciati dalla camorra (REPORTAGE)
Sono tre giornalisti come tanti. Amano il proprio lavoro e tengono la schiena dritta sempre. Tre cronisti di strada che tutti i giorni raccontano ciò che vedono e in Campania, nella maggior parte dei casi, quello che si vede si chiama camorra. Le loro storie sono simili a quelle di tanti colleghi e per questo emblematiche. Ogni giorno quando escono di casa a caccia di notizie non hanno le spalle coperte, non sono tutelati e nella maggior parte dei casi sono sottopagati eppure continuano. Un manuale di giornalismo recita che quando c'è un palazzo in fiamme tutti scappano, gli unici pazzi a corrergli incontro, sono giornalisti, proprio come loro.
Marilena Natale è si occupa di cronaca nera e giudiziaria in quella che da anni è diventata la città simbolo della camorra: Casal di Principe. Per il suo giornale, "La Gazzetta di Caserta" segue la nera in tutta la provincia di Caserta con un occhio particolare ai territori dei Casalesi. Prima dell'intervista mi racconta che non lascerà Casale fino a quando l'ultimo degli Schiavone non sarà andato via. Già gli Schiavone, la famiglia del boss soprannominato Sandokan, di cui lei mi porta a vedere trionfante la villa confiscata. Quando passeggia per le strade, stringe la mano ai passanti e dà il "tu" a tutte le forze dell'ordine sul territorio. Polizia e Carabinieri quando è in giro per Casale fanno a gara a chi deve seguirla ed accompagnarla, ma da lontano, spontaneamente quasi in punta di piedi.
Nino Pannella è un cronista di vecchia data. Da ventisei anni collabora con "il Giornale di Napoli" prima e poi passa al "Roma" quando la testata viene acquisita dal giornale di via Chiatamone. Anche lui si occupa di cronaca giudiziaria e in particolare conduce da anni inchieste sul business dei rifiuti. Vive ad Acerra, e la questione rifiuti per forza di cose ha dovuto imparare a conoscerla. Ma lui non si accontenta di guardar arrivare autocompattatori e vedere stoccare ecoballe, vuole capire chi fa tutto questo e, visto che potrebbe essere fatto meglio, chi ci guadagna a lasciare che le cose vadano in questo modo. La gente lo avvicina per chiedergli di scrivere delle cose, per segnalargli delle situazioni e guarda negli occhi i pregiudicati del posto senza mai chinare lo sguardo.
Valeria Di Giorgio è una giovane giornalista televisiva. Diventata professionista prestissimo , lavora per la migliore realtà editoriale della provincia di Napoli, “Metropolis Network". Una cooperativa di giornalisti che ha fondato un quotidiano e una tv con sede al confine tra Torre Annunziata e Castellammare di Stabia. Lei, microfono sempre pronto, gira col suo operatore tra le strade del centro storico di quelle che sono le città dei clan D'Alessandro e dei Gionta, proprio loro, il clan di cui scriveva anche Giancarlo Siani. Poi torna in redazione e monta i servizi e scrive i pezzi e non contenta va anche in onda nelle edizioni dei telegiornali e delle rassegne stampa, come a voler ribadire che nelle notizie che sceglie di raccontare vuole metterci la faccia oltre che la firma.
Sono tre cronisti come tanti che, nel corso della loro carriera, hanno subito minacce di ogni tipo ma che come tanti altri loro colleghi non si fermano, mai.