Gioielliere ucciso, il presunto killer preso grazie a un filmato
UPDATE – Era già fuggito lontano, l'uomo ritenuto il responsabile dell'uccisione di Giovanni Veronesi, l'orefice ucciso durante una rapina il 21 marzo scorso a Milano. I carabinieri del Nucleo investigativo lo hanno infatti catturato in Spagna, dove era giunto scappando attraverso il confine con la Francia. Gli investigatori si trovavano nel Paese iberico già da domenica scorsa. Oggi l'uomo dovrebbe essere interrogato ai fini dell'estradizione.
Ci sarebbe una svolta nelle indagini sull'omicidio di Giovanni Veronesi, l'orefice di 74 anni ammazzato nel suo negozio a Brera. Il suo presunto assassino è stato preso nella notte di martedì, fermato dai carabinieri dopo essere stato interrogato per ore. Ad incastrarlo un'immagine estrapolata dal frame di una telecamera di via dell'Orso, mostrata ieri in Procura dai magistrati ai figli della vittima, Guglielmo e Antonella e alla compagna Susanna. Una foto molto sfocata, nella quale il presunto omicida appare di fianco e con la testa non molto visibile. Ma proprio l'aiuto dei familiari, ha portato gli inquirenti sulla buona strada. Si tratterebbe di un frequentatore della gioielleria, sui 50 anni, uno di quei clienti conosciuti da Veronesi. I carabinieri avevano già ipotizzato che l'orefice conoscesse il suo assassino, escludendo già nei primi momenti l'ipotesi della rapina. Il delitto si sarebbe consumato a seguito di una discussione degenerata e, anzi, non si esclude che tra vittima e carnefice potessero esserci rapporti di lavoro. Del resto le modalità dell'assassinio fanno propendere verso un gesto impulsivo e dettato dalla disperazione: il gioielliere è stato ucciso da cinque colpi alla testa da un corpo contundente, non ancora rinvenuto, ma con molta probabilità trovato sulla sua scrivania in legno e vetro. La persona fermata sarà certamente sottoposta al test del Dna, così da compararlo con quello trovato nelle tracce di sangue in strada, davanti al negozio dopo l'omicidio. Oggi intanto si terranno i funerali a Brera, quartiere nel quale l’orefice conduceva la sua attività da oltre 30 anni.