Pollicardo e Calcagno sono rientrati in Italia. Il racconto: “Ci siamo liberati da soli”
AGGIORNAMENTO: Stando a quanto filtra da fonti della Procura, i due ex ostaggi, Pollicardo e Calcagno, avrebbero raccontato alcuni particolari della loro detenzione e soprattutto del momento della loro liberazione. "I due hanno raccontato di essere stati picchiati e tenuti senza cibo per giorni, ma soprattutto hanno spiegato che dalla giornata di mercoledì, quando i loro carcerieri hanno prelevato Failla e Piano, non hanno più visto i sequestratori. I due sarebbero stati tenuti prigionieri in una zona nei pressi di Sabrata e si sarebbero liberati da soli, dopo aver passato alcune ore senza che nessuno li controllasse".
Dopo quasi otto mesi di prigionia e una liberazione dai contorni che continuano ad essere oscuri Gino Pollicardo e Filippo Calcagno sono rientrati a Roma questa mattina. Erano le 5 quando un volo di stato è atterrato a Ciampino ed ha permesso ai due operai di riabbracciare i familiari. I due lavoratori della Bonatti, rapiti il 20 luglio dello scorso anno, erano decollati verso le 3:30 dall'aeroporto di Mitiga a Tripoli, a bordo di un'aereo speciale. Calcagno e Pollicardo sono apparsi provati, ma sollevati. Ad attenderli nello scalo romano anche il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni.
Enorme la commozione dei parenti dei due operai, che si sono precipitati ad abbracciarli mentre ancora percorrevano i pochi metri verso la palazzina di rappresentanza del 31 stormo. Non solo la liberazione, ma anche le modalità del loro rimpatrio sono state piuttosto tese e caratterizzate da un estenuante braccio di ferro con le autorità libiche. I diplomatici italiani sono tuttavia riusciti ad ottenere il via libera per il decollo, mentre i familiari dei due operai sono stati accompagnati a Ciampino, dove Ema Orellana con i figli Gino e Jasmine e due nipoti si sono stretti piangendo e gridando di gioia a Gino Pollicardo; subito dopo è stata la volta di Maria Concetta Arena con i figli Cristina e Gianluca e la nuora Loana nei confronti di Filippo Calcagno.
Nelle prossime ore, dopo un doveroso momento privato, i due incontreranno il pubblico ministero Sergio Colaiocco, che dovrà far luce sui molti punti oscuri della vicenda, a partire dall'identità dei rapitori, dalle modalità della liberazione, fino alla morte dei loro colleghi Failla e Piano: a tal proposito le autorità libiche non hanno ancora dato il via libera al rientro delle salme: per i diplomatici italiani un altro braccio di ferro da intraprendere.
Ministro di Tripoli: "No a intervento militare straniero in Libia"
Mentre i due ostaggi sono rientrati in Italia la situazione libica continua ad essere tesa. Il ministro degli Esteri del governo di Tripoli, Aly Abuzaakouk, ha reso noto che il suo governo non accetterà mai alcun intervento militare in Libia ammantato sotto qualsiasi ‘scusa'. Il diplomatico, parlando di eventuali interventi contro "coloro che si riconoscono nell'Isis", ha spiegato che "siamo in grado di combattere questi gruppi e respingere qualsiasi intervento militare nel paese". Secondo l'agenzia stampa egiziana Mena il ministro ha smentito di aver affermato ai media italiani di aver bisogno di un ruolo dell'Italia nella guida delle operazioni internazionali.