Gianna del Gaudio, sgozzata in casa. Sospetti sul marito: “È stato un uomo incappucciato”
"Stavo innaffiando le piante, sono entrato in casa e ho visto mia moglie in una pozza di sangue, accanto a lei c’era un uomo incappucciato che frugava nella sua borsa”. Quesa la scena descritta da Antonio Tizzani, il "marito innamorato" indagato nell’omicidio di Gianna Del Gaudio, 63 anni, professoressa in pensione sgozzata la notte tra il 26 e il 27 agosto 2016 nella sua casa. Il giallo di Seriate ruota tutto intorno alla controversa posizione di "Tonino", 68enne ex ferroviere in pensione, da tutti descritto come un compagno affettuoso, profondamente legato alla moglie. L'uomo ha sempre sostenuto la sua innocenza raccontando di un misterioso uomo incappucciato sulla scena del delitto. Sono diverse, però, le incongruenze nel suo racconto.
L’uomo incappucciato
Nel corso di una intervista alla trasmissione Chi l’ha visto?, Tizzani racconta di essersi trovato di fronte al corpo della moglie, esanime, mentre entrava in casa dopo aver innaffiato le piante nella villetta a schiera dove vivevano da soli. La donna era in posizione prona, eppure il marito afferma di aver capito sin dai primi secondi che non c’era più niente da fare e di non aver quindi provato in nessuno modo a rianimarla. Non l’ha neppure toccata, neanche per accertarsi della morte. “Avevo paura, ho chiamato aiuto” dice ai giornalisti del programma di Rai Tre. Paura di cosa? Del presunto assassino-rapinatore? Il 68enne racconta di aver visto uno sconosciuto chino sulla donna e intento a frugare nella sua borsa. “Che fai? Chi sei” gli avrebbe detto, ma l’aggressore si sarebbe dato immediatamente alla fuga senza neanche alzare gli occhi sull’uomo. Sarebbe scappato dal cancello principale della villa, “credo fosse aperto” dice Tizzani. Durante i rilievi gli investigatori non trovano sulla maniglia impronte di terzi. Non ne trovano neppure sulla scena del crimine, sebbene secondo il Tizzani, l’aggressore avesse le mani nude. “Agli inquirenti ho detto di controllare le tracce che ho visto nel sangue”. L’ex ferroviere segnala un particolare importante: nella pozza dove giaceva Gianna ci sono delle impronte di suola di scarpa. Solo che appartengono ai paramedici giunti sul posto per i soccorsi. Niente da fare, quindi, nell’abitazione della coppia non ci sono segni del passaggio di altre persone. Gli investigatori continuano a cercare l’uomo incappucciato.
Sparita l'arma del delitto
L’autopsia chiarisce che Gianna è stata uccisa con un colpo netto alla gola, praticamente sgozzata. L’arma è sicuramente un coltello, verosimilmente uno di quello che si adoperano in cucina. Ma dove è finito? L’uomo incappucciato lo ha portato con sé? Secondo la testimonianza di Tizzani lo sconosciuto avrebbe avuto le mani libere. Niente arma, niente riscontri di eventuali tracce dell’assassino.
Il mistero della collana
Scandagliando l'ipotesi di un tentativo di rapina degenerato, la prima domanda è: cosa hanno portato via i ladri? Effettivamente un oggetto manca dalla villetta nel Bergamasco. Si tratta della collana che indossava abitualmente Gianna, un girocollo di oro giallo regalatole anni prima dal marito e dal quale la professoressa non si separava mai. I carabinieri l’hanno cercata nel garage della villetta, nei tombini della zona, ma della collana non c’è traccia.
Testimone o presunto assassino?
Tonino Tizzani è stato iscritto nel registro degli indagati “come atto formale” nei primi giorni dopo il delitto. Dopo mesi, però, è ancora l’unico indagato per l’omicidio della moglie. È stato un semplice testimone dei fatti o è realmente coinvolto nel brutale assassinio della professore? Sta coprendo qualcuno? Sono queste le domande a cui le indagini condotte dal procuratore capo di Bergamo, Walter Mapelli stanno cercando di dare risposta. Quale sarebbe stato il movente di un delitto così cruento? Come poteva quel marito che tutti descrivono innamorato, infierire così sulla donna che amava? Gli amici della coppia li descrivono come una coppia felice, tutte le foto sui social network li ritraggono abbracciati mentre si guardano felici.
L’ipotesi dei maltrattamenti
Ma il ritratto idilliaco della coppia innamorata risponde alla realtà? Interrogati dagli investigatori i vicini raccontano di aver sentito discutere animatamente Gianna e Tonino proprio la sera dell’omicidio. Non sono gli unici. Alcune persone sedute in un’auto parcheggiata nel vialetto a pochi metri dalla villa raccontano di aver sentito i coniugi litigare quella stessa sera. “Litigare? No” dice Tonino agli intervistatori di Chi l’ha visto?. Quella sera marito e moglie avevano cenato con il figlio e la compagna, gli stessi che oggi sostengono con gli mezzo l’innocenza di Tonino Tizzani. Le testimonianze gettano comunque un’ombra su quanto accaduto quella sera e sui reali rapporti tra i due. Non è l’unica. Gli inquirenti vogliono vederci chiaro anche sui presunti maltrattamenti subiti da Gianna. La donna era stata in ospedale due volte negli ultimi tempi. “La prima si è fatta male a scuola” dice Tonino, “la seconda mentre viaggiava sul pullman, è stata soccorsa dall’autista” . Anche questo è un dettaglio poco chiaro.
L'interrogatorio
Dopo aver sostenuto con fermezza la tesi della propria innocenza, durante l'ultimo interrogatorio con i pm Tonino Tizzani si è avvalso della facoltà di non rispondere.