Gianluca Buonanno, i comunisti e il lanciafiamme: sempre più in basso
A guardare quanto successo tra ieri e oggi nelle due Camere viene da chiedersi che cos'è la politica. E' arte della partecipazione? E' confronto, dialettica, dialogica, presa di posizione? E' impegno per la cosa pubblica? La lunga notte dell'ostruzionismo (vogliamo essere buoni, usando questo termine) leghista contro la manovra economica, proseguita stamane, ci porta a riflettere ancora una volta su chi sono i nostri rappresentati in Parlamento. Le perplessità, miste a disappunto e rancore, nei confronti dei vari peones di turno (ci viene da pensare a Scilipoti, Milanese, Minetti e Razzi, tanto per dirne alcuni), sono le medesime che rigurgitiamo quando assistiamo a spettacoli come quelli offerti da Gianluca Buonanno, onorevole della Lega Nord e autore del famigerato connubio linguistico-territoriale Grana Padano – Padania.
E' lui la stella indiscussa della protesta della Lega contro Monti. Basterebbe riportare il suo intervento di questa mattina nel quale il sindaco di Varallo e vicesindaco di Borgosesia ha detto di voler bruciare i comunisti, per farsi velocemente un'idea di chi è Buonanno. Il deputato leghista deve avercela davvero tanto contro i sindacati e più in particolare contro la CGIL per invocare il fuoco purificatore «virtuale» di un lanciafiamme. Il motivo? Le associazione di categoria sono ree di non pagare l'ICI, come abbiamo scritto qualche giorno fa, e come enunciavano pure i cartelli "No Ici", che insieme al collega Fabio Rainieri, Buonanno ha mostrato tronfio nel corso della sua chiassosa protesta.
Lo show di Buonanno in Aula contro i sindacati comunisti
"Ci vorrebbe il lanciafiamme!"
Buonanno showman
La retorica di Buonanno rende bene il suo pensiero, ma soprattutto rivela, se ce ne fosse stato bisogno, le sue doti da showman. Un po' come era già successo nella discussa seduta di ieri quando il nostro ha esordito, per il suo intervento, facendo outing sulla sua inettitudine: «sono stato bocciato due volte». Per poi chiarire agli attoniti colleghi:
«Sono stato bocciato due volte non a scuola guida proprio a scuola. Ma la colpa non era mia, è che avevo tutti i professori comunisti. Perché nelle scuole è pieno di professori comunisti!».
Ma Buonanno non è il solo ad aver dato spettacolo nell'Aula della Camera tra i deputati "verdiani". Emanuela Munerato si è presentata in tuta da operaio, prendendosi pure i complimenti di Maurizio Lupi del Pdl («Lei è vestita benissimo», pur invitandola a togliersi il cappello per rispetto nei confronti di altri onorevoli), e Maurizio Polledri che dopo mezzanotte ha preferito non salutare la moglie infermiera «perché dorme. Almeno spero».
Ma lo show più riuscito è stato sicuramente quello di Gianluca Buonanno, per quanto ciò non lo abbiamo salvato dall'espulsione comminatagli dal Presidente del Camera, Fini.
Ma chi è Gianluca Buonanno?
A ben vedere non c'è neanche da sorprendersi più di tanto nel sentire Buonanno invocare l'uso del lanciafiamme contro i detestati comunisti della CGIL. Basterebbe conoscere il personaggio. Al di là del sillogismo sul grana padano, come non menzionare le numerose iniziative che gli sono valse nel 2007 la percentuale di rielezione più alta, l'81% (secondo mandato), per la carica di primo cittadino del Comune di Varallo? Come la scelta di utilizzare sagome di cartone al posto dei vigili urbani in carne ed ossa, tanto «Prima di accorgersi che sono finti, gli automobilisti hanno già rallentato». Un buon modo per risparmiare in tempo di crisi, non c'è che dire; per rinsaldare le casse del comune, invece, ha istituto una multa a chi fa il bagno con il burkini; poi c'è la decisione di dedicare le vie del paese a personaggi come Mussolini e Lucignolo (il programma tv). Ma Buonanno ce lo ricordiamo pure mentre balla Waka Waka di Shakira al programma tv Let's Dance insieme alla deputata del Pd Paola Concia. E come deputato? Diciamo solo che nel suo "primo giorno" si è presentato in Aula con un forcone, «simbolo della rivoluzione contadina», anche che nel corso del suo mandato ha pure proposto ai colleghi di spegnere la luce quando escono dal Parlamento. Hic sunt peones.
Buonanno: "E l'ultimo che esce dalla Camera spenga le luci.
Il deputato leghista si lamenta dei deputati che non spengono le luci in Parlamento