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Gerusalemme: demolite le case degli attentatori della sinagoga. Coloni assaltano una scuola palestinese

Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha ordinato di demolire le abitazioni degli attentatori della sinagoga di Gerusalemme. Intanto in West Bank i coloni attaccano una scuola palestinese: un adolescente gravemente ferito.
A cura di Davide Falcioni
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Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dato ordine all'esercito di demolire le abitazioni dei responsabili dell'attacco alla Sinagoga di Gerusalemme e di tutti gli altri responabili delle "azioni terroristiche" delle ultime settimane. Le ruspe delle forze armate hanno quindi distrutto la casa di Abed a-Rahman a-Shalud, il palestinese che lo scorso 22 ottobre ha investito dei cittadini israeliani che aspettavano l'autobus. Nel frattempo le autorità di pubblica sicurezza israeliane hanno confermato le identità dei quattro rabbini uccisi ieri: tre di loro avevano cittadinanza statunitense, mentre il quarto britannica. I loro nomi sono Aryeh Kopinsky, di 43 anni, Avraham Shmuel Goldberg, di 68 anni, Calman Levine, di 55 anni , e Moshe Twersky, di 59 anni.

In questo quadro, mentre la polizia israeliana è sulle tracce dei responsabili dell'attacco di ieri nella sinagoga di Gerusalemme, la situazione precipita anche nei Territori Occupati. A Urif un gruppo di coloni ha attaccato una scuola palestinese mentre Ghassan Daghlas, funzionario che controlla l’attività dei coloni nel nord della Cisgiordania, ha dichiarato all'agenzia Ma’an che sei palestinesi sono rimasti feriti da proiettili d’acciaio ricoperti di gomma dopo che le forze israeliane sono intervenute negli scontri contro i coloni, scoppiati in seguito all'irruzione nella scuola. Il tutto si è verificato qualche ora dopo l'attacco alla sinagoga di Gerusalemme. Nel frattempo a Beitin, a est di Ramallah, un colono israeliano ha gravemente ferito un adolescente palestinese, Ibrahim Mahmoud, 16 anni, colpito con proiettili durante una manifestazione.

Parlamento Spagnolo: "Sì allo stato palestinese"

Mentre in Israele è di fatto iniziata la Terza Intifada e gli scontri tra israeliani e palestinesi sono all'ordine del giorno il Parlamento Spagnolo – dopo la Camera dei Comuni inglese e il governo svedese – ha detto sì allo Stato di Palestina con 319 voti favorevoli e due contrari. La mozione, presentata dal partito Socialista, chiede al governo di procedere al riconoscimento e, secondo il ministro degli Esteri Josè Manuel Garcia Margallo, sarebbe una mossa importante per sbloccare il processo di pace. L'ambasciata israeliana ha tuttavia diramato una dura nota: "Niente può essere ottenuto con mosse unilaterali come quello che è stato fatto dal parlamento spagnolo e che ci allontana dai negoziati con i palestinesi. Chiediamo alla Spagna di non compiere passi unilaterali, in particolare in un giorno scioccante come questo".

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