Gentiloni si fa avanti: “Il peggio deve ancora venire, uniamoci contro Di Maio e Salvini”
"Credo sia un errore pensare di avere davanti un gruppo di sprovveduti e sbruffoni. Rappresentano un’onda populista globale molto pericolosa. Che mette in discussione i fondamenti del sistema delle democrazie liberali. Va contrastata con serietà e credibilità". È questo uno dei passaggi centrali della lunga intervista che Paolo Gentiloni rilascia al taccuino di Claudio Tito, per Repubblica.it, con la quale analizza l'attuale situazione politica e lancia un appello affinché il Partito Democratico superi le divisioni interne (e non solo) e cominci la costruzione di una nuova "alleanza per l'alternativa". Un percorso da cominciare il prima possibile, spiega l'ex Presidente del Consiglio, perché a suo dire fra poche settimane potrebbero aprirsi contraddizioni insanabili all'interno della compagine di governo: "La nota di aggiornamento al Def va presentata entro settembre. I nodi quindi arriveranno al pettine entro 5-6 settimane. Oltre che occuparsi dei direttori dei tg Rai, dovranno dirci, ad esempio, a che livello fissano il rapporto deficit-Pil".
In questo momento, nella lettura di Gentiloni, c'è un problema fondamentale, il rischio di perdita di credibilità internazionale e solidità strutturale del nostro Paese:
In due mesi lo spread è salito di oltre 100 punti. Solo questo ci costa oltre 5 miliardi. A maggio gli investitori internazionali hanno ceduto Btp italiani per 34 miliardi. Sui mercati è tornato il rischio Italia, nonostante i fondamentali della nostra economia siano buoni. Il peggio deve ancora arrivare. Se si pensa di aumentare il debito pubblico, si sappia che non si va contro l’Europa. Si va a sbattere contro un muro internazionale
Una situazione che rende necessaria una mossa da parte del Partito Democratico e del resto dei partiti di opposizione. Gentiloni lancia la sua proposta:
Possiamo tornare a vincere se si costruisce un’alleanza per l’alternativa. Vanno coinvolti i corpi intermedi, l’associazionismo. Va tessuta una rete. E’ chiaro che ne dovranno farne parte anche mondi alla nostra sinistra, poi la Bonino. E c’è un’area moderata e liberale. Lavoriamo a una coalizione, partendo dalla società italiana nella quale c’è tanta politica anche fuori dai partiti.