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Gentile dottor Barilla, lei è scotto come la sua pasta

Il capo della multinazionale alimentare non vuole i gay nei suoi spot pubblicitari? Tocca sperare che un giorno l’azienda passi a qualcuno più aperto culturalmente. Nel frattempo un modo per difendersi c’è…
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L'unica famiglia, gentile dottor Guido Barilla, è quella che si ama. È quella che si rispetta, è quella che fa ricca e variegata la nostra società. La sua idea degli omosessuali richiama anni bui. Ma se proprio insiste, perché non fa una cosa? Sugli scaffali delle salumerie, dei supermarket, degli ipermercati, perché non impone un bel cartello: «Questa pasta possono comprarla soltanto le famiglie tradizionali». No? I soldi non hanno orientamento sessuale, vero? Da qualche giorno ci stiamo lamentando del fatto che molte aziende italiane passano in mani straniere. A questo punto mi viene da pensare provocatoriamente: ma menomale! Se dobbiamo essere così chiusi, così arretrati culturalmente, è meglio che qualcuno, venuto da terre lontane, ci colonizzi. Culture diverse potranno aiutarci ad essere meno fessi.
Ah: io comunque mangio pasta di Gragnano: più saporita e non scuoce.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. È autore del libro "Se potessi, ti regalerei Napoli" (Rizzoli). Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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