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Genova, è di Renzo Piano il progetto del nuovo viadotto: non si chiamerà più Ponte Morandi

L’opera verrà realizzata entro il dicembre del 2019 dalla cordata composta da Salini Impregilo, Fincantieri e Italferr per un costo complessivo di circa 220/230 milioni di euro. La struttura utilizzerà “pile” anziché “stralli” “nel rispetto della sensazione di avversione psicologica maturata in città dopo il crollo del Morandi”.
A cura di Davide Falcioni
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Saranno Salini Impregilo, Fincantieri e Italferr le tre società che realizzeranno il "nuovo" Ponte Morandi dopo il crollo del 14 agosto che ha causato la morte di 43 persone. La cordata eseguirà un progetto di Renzo Piano e l'opera avrà un costo complessivo di 220/230 milioni di euro. E' stata scartata l'ipotesi di affidare i lavori al gruppo trentino Cimolai, che aveva presentato un'offerta da 175 milioni – 14 dei quali per la demolizione – avvalendosi di un disegno di un'altra archistar Santiago Calatrava.

Il sindaco di Genova: "Il nuovo viadotto non si chiamerà più Ponte Morandi"

Il "decreto 19", quello che realizzato dalla struttura commissariale e dedicato alla ricostruzione del viadotto, è stato pubblicato oggi intorno alle 17. Nel testo si legge che l'opera avrà un costo di 202 milioni di euro, Iva esclusa, e che la cordata Salini Impregilo, Fincantieri e Italferr è "disponibile a costituire un’unica struttura giuridica". "Abbiamo firmato il decreto", ha dichiarato alla stampa il sindaco di Genova e commissario Bucci, spiegando che "non si chiamerà più ponte Morandi". Il primo cittadino ha anche aggiunto che alla “gara” per l’assegnazione dei lavori del viadotto "ha partecipato l’eccellenza italiana e straniera con progetti di altissimo livello". Renzo Piano – ha aggiunto – sarà il supervisore di tutto il progetto accanto a un team di altissimo livello. Per quanto riguarda invece gli "sconfitti" sempre Bucci ha spiegato che "l’azienda Cimolai e l’architetto Calatrava si sono messi a disposizione per aiutare nel caso ce ne fosse bisogno".

Il nuovo ponte sarà finito entro il dicembre 2019

Come spiega il quotidiano genovese Il Secolo XIX la cordata sarebbe intenzionata a iniziare i lavori per "la risoluzione delle ‘interferenze' e lo spostamento dei sottoservizi l’1 febbraio" e che il viadotto dovrebbe essere terminato entro il mese di dicembre del prossimo anno. Bucci ha rassicurato che "il ponte lo avremo in 12 mesi. Ci sarà alla fine del prossimo anno (il 2019, ndr), anche se non sarà accessibile per quella data".

Ponte a pile e non a stralli per ragioni psicologiche

Dal canto loro Salini Impregilo e Fincantieri hanno spiegato che l'opera "sarà realizzata dalla neocostituita società PerGenova" sulla base di un progetto di Renzo Piano. "Si prevede il completamento dell’opera in 12 mesi, dal momento in cui l’area verrà resa disponibile, dopo il completamento delle attività di demolizione". Il viadotto "sarà costituito da un impalcato d’acciaio, con una travata continua di lunghezza totale pari a 1100 metri, costituita da 20 campate. Il progetto prevede 19 ‘pile' di cemento armato di sezione ellittica posizionate con un passo costante di 50 metri, a eccezione della campata sul torrente Polcevera e di quella sulle linee ferroviarie, dove l’interasse passa da 50 a 100 metri".

Nel decreto commissariale poi si legge esplicitamente che è stato scelto un progetto che utilizza “pile” anziché “stralli” "nel rispetto della sensazione di avversione psicologica maturata in città dopo il crollo del Morandi". Tra le ragioni che hanno spinto il commissario a scegliere l’idea di Piano, anche il fatto che "estetica e progettualità sono derivate dalla storia e dall’immagine di Genova, città di mare, in ragione della forma delle “pile” e dell’impalcato, che richiamano la prua e sezione di una nave". Per finire nel decreto si commentano positivamente anche i materiali, con "struttura mista di acciaio e cemento armato", e le modalità esecutive, "in grado di ridurre i tempi di realizzazione e la riduzione delle interferenze con le infrastrutture e i sottoservizi".

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