Genitori di Matteo Renzi interrogati dal gip: “Siamo due pensionati”
Tiziano Renzi e Laura Bovoli, genitori dell'ex premier ed ex segretario del Pd Matteo Renzi, hanno risposto così alle domande del gip Angela Fantechi, durante l'interrogatorio di garanzia al palazzo di giustizia di Firenze, nell'ambito dell'inchiesta per bancarotta fraudolenta e fatture false. A una domanda in cui si chiedeva loro quale fosse l'attività che svolgono attualmente hanno precisato: "Siamo due pensionati". Lo ha riferito l'avvocato difensore Federico Bagattini dopo aver ricordato che Laura Bovoli si è dimessa dalle cariche della ‘Eventi 6', la società di famiglia, e che Tiziano Renzi si è cancellato dal registro degli agenti di commercio, in cui era iscritto. La coppia è agli arresti domiciliari dallo scorso 18 febbraio: sono ospitati dalla figlia Matilde, nella sua casa di Rignano sull'Arno.
Le dimissioni della signora Bovoli risalirebbero al 20 febbraio scorso, così come la cancellazione di Tiziano Renzi. "Abbiamo presentato al giudice un'istanza per la revoca degli arresti domiciliari di Tiziano Renzi e Laura Bovoli vista l'insussistenza dell'esigenza delle misure cautelari", ha spiegato l'avvocato Federico Bagattini uscendo dal palazzo di giustizia dopo gli interrogatori. Dopo la moglie, anche Tiziano Renzi è stato interrogato per circa due ore. Sull'istanza di revoca il pm deve dare parere e il gip avrà tempo cinque giorni per decidere.
Il legale Bugattini ha precisato che "non ci sono stati momenti di attrito o di tensione" ma "abbiamo trovato signorilità che di solito non si trova negli interrogatori". Sulle possibili evoluzioni del procedimento penale, rispondendo a un giornalista che ricordava come Matteo Renzi, in un suo commento sulla vicenda dei genitori, avesse suggerito di "andare a processo", il difensore ha detto: "Al senatore Matteo Renzi, con cui ho scambiato messaggi anche oggi, vorrei suggerire che c'è anche l'archiviazione".
"Questo è il nostro auspicio – ha detto Bagattini – Ma vorrei esser un pochino più ardito del senatore Matteo Renzi. Perché il processo quando c'è un passaggio rispetto alla possibile archiviazione?". Quindi ha sottolineato che la contestazione dell'illecito "non ammonta a 700.000 euro" ma "eventualmente è di 250.000 euro più Iva. Qualcuno ha sbagliato a fare le operazioni aritmetiche".