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Gelicidio: che cos’è e perché se ne parla

L’interesse per certe parole è sorprendente. Qui ci sono due domande che meritano risposta: la prima è che diamine sia il gelicidio; la seconda è perché questa parola, di recente, abbia suscitato un interesse speciale (al di là dell’interesse meteorologico).
A cura di Giorgio Moretti
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Gelicidio non è una parola nuova. Il suffisso –cidio siamo abituati a collegarlo ad un'uccisione, ma ha un doppio valore. Può derivare dal latino caedo ‘uccidere' oppure cado ‘cadere', come in questo caso e nel caso dello stillicidio (il cadere goccia a goccia). Ora, in latino il termine gelicidium significava la brinata, la gelata, semplice composto di gelu ‘gelo' e cado ‘cadere'. Difatti nell'italiano antico e letterario ha dei significati piuttosto generici, come ‘gelo', ‘gelata' e ‘inverno'. In particolare, però, dal XIV secolo diventa quel fenomeno atmosferico che si manifesta nella formazione di uno strato di ghiaccio sopra oggetti e piante lasciati alle intemperie. Modernamente questa osservazione si è affinata, e così il gelicidio descrive il fenomeno in maniera più compiuta non solo nei suoi effetti, ma nelle cause.

Il nome gelicidio viene infatti usato per descrivere sia il fenomeno della pioggia soprafusa sia quello della pioggia congelantesi. Per pioggia soprafusa si intende la pioggia le cui gocce, pur avendo una temperatura inferiore allo zero, non ghiacciano in aria: è un fenomeno che avviene quando le gocce sospese sono molto piccole e imperturbate, per cui la sola tensione superficiale dell'acqua le ripara dal congelamento. Ma diventano ghiaccio quando cadono al suolo, istantaneamente. La pioggia congelantesi è invece pioggia con una temperatura superiore allo zero, che però, impattando con oggetti che hanno una temperatura inferiore allo zero, diventa subito ghiaccio. Il risultato è simile: una patina ghiacciata (il vetrone), molto pericolosa per la vegetazione e per i veicoli (specie gli aerei).
Quindi, se leggiamo sul giornale del rischio gelicidio, leggiamo di un pericolo atmosferico molto preciso.

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Da questo semplice grafico possiamo desumere che mentre l'interesse circa l'argomento del gelicidio (in rosso) è naturalmente stagionale, la curiosità su questa parola (in blu) trova oggi un picco senza precedenti. Eppure, abbiamo visto, si tratta di una parola non recente. La ragione di questo nuovo interesse merita qualche ipotesi.
Ebbene, possiamo intuire che questa ragione stia giusto nel suffisso –cidio. Ha la stessa forma di quel –cidio che nelle parole composte significa un'uccisione. E il fatto che sia impiegato nella formazione di parole molto calde e che non mancano di sollevare un certo polverone (una su tutte, femminicidio), titilla la fantasia e la polemica. Il primo pensiero davanti al gelicidio infatti è: parliamo dei morti causati dal gelo? Siamo arrivati a volere una parola che abbia questo significato? Il politicamente corretto troverà mai un argine? Datemi una testiera che mo' mi scandalizzo in pubblico. E invece no, falso allarme. La curiosità pruriginosa viene scornata nella limpida meraviglia del clima.

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Nato nel 1989, fiorentino. Giurista e scrittore gioviale. Co-fondatore del sito “Una parola al giorno”, dal 2010 faccio divulgazione linguistica online. Con Edoardo Lombardi Vallauri ho pubblicato il libro “Parole di giornata” (Il Mulino, 2015).
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