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G20, l’allarme Ue: “L’Europa è al limite, emergenza migranti diventi problema globale”

Riguardo la questione turca, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha dichiarato di voler aiutare Erdogan: “Ci assicureremo che coloro che hanno realizzato queste attività saranno portati dinanzi alla giustizia”.
A cura di C. M.
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G20 cina

Al via il G20, che da stamane coinvolgerà i leader di numerosi Paesi europei e del Mondo: si discuterà di svariati temi, tra cui l'emergenza immigrazione, il trattato Ttip, il caso Apple e la questione Turchia. All'apertura dei lavori, i vertici delle istituzioni europee hanno lanciato un appello e sottolineato come il tema dell'accoglienza dei profughi debba essere discusso da tutte le grandi nazioni del mondo, non solo da quelle europee, perché al momento l'Europa è al limite della sua capacità di accoglienza e questa emergenza andrà in futuro gestita in maniera differente. "La comunità del G20 deve iniziare a condividere la responsabilità del fenomeno: ci sono 65 milioni di persone in fuga nel mondo e 4 milioni quelli che hanno dovuto lasciare la propria casa nella sola Siria", ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, mentre il presidente della Commissione europea Jean-Claude Jucker ha aggiunto: "Dobbiamo discutere la questione dei rifugiati a questo tavolo dei leader del G20. La commissione sta lavorando nella preparazione di un ambizioso piano di investimenti esterni, usando fondi pubblici per attrarre capitali privati. Dobbiamo combattere contro le rotte dei migranti, nei Paesi di transito, e questo è il motivo per cui abbiamo deciso di estendere il nostro piano al mondo esterno".

Nel corso dei lavori del G20 non verrà trattato solo il tema immigrazione, pur essendo quello prioritario e quello principale, ma verranno discusse molte issue di carattere economico, tra cui il Trattato transatlantico sul libero scambio, che nel corso delle ultime settimane ha visto il proprio percorso di negoziazione tra Usa ed Europa subire una brusca battuta d'arresto. Nonostante le proteste, però, il presidente della Commissione Ue ha sottolineato che le negoziazioni tra Stati Unite ed Ue proseguiranno comunque e che il Ttip avrà "impatto positivo" per l'economia e l'impiego una volta approvato.

Sulla questione Apple, invece, di cui si è ampiamente parlato nel corso dell'ultima settimana, Jucker ha ribadito che la sanzione imposta all'azienda statunitense non sia una rappresaglia contro gli Usa, ma l'applicazione di quanto previsto dalle leggi europee: "Noi applichiamo le regole secondo i fatti e la legislazione" ed "Apple ha beneficiato di vantaggi fiscali indebitamente accordati da Dublino". "Tutte le società devono pagare la loro giusta quota di tassazione nei Paesi dove realizzano i loro profitti. Le nostre regole sugli aiuti di Stato sono sempre state chiare: le autorità nazionali non posso dare benefici fiscali ad alcune società e ad altre no. Questa è la linea rossa che la Commissione ha sempre lavorato per difendere. Applichiamo queste regole senza discriminazioni e in modo neutrale", ha spiegato Jucker dal palco di Hangzhou, in Cina.

Riguardo alla Brexit, il presidente della Commissione, rispondendo a una domanda, ha sostenuto di non vedere di buon occhio la negoziazione di nuovi accordi di libero scambio da parte di Paesi che formalmente fanno ancora parte dell'Unione. "Devo dire che la negoziazione di accordi di libero scambio è di competenza dell'Unione europea, conformemente ai trattati, e a questo dobbiamo attenerci. Non mi piace l'idea che dei paesi membri della Ue, compresi quelli che ne fanno ancora parte, negozino degli accordi commerciali. Si tratta di una competenza esclusiva della Ue". Parole chiaramente riferite alle intenzioni del governo britannico guidato da Theresa May, che dopo la Brexit punta ad avviare al più presto trattative informali per accordi commerciali bilaterali", ha commentato Juncker, inviando un preciso messaggio al nuovo premier britannico Theresa May, che nel corso delle ultime settimane avrebbe fatto sapere di voler avviare negoziazioni informali con altri Paesi.

Durante i lavori di apertura del G20 di Hangzhou, il presidente degli Stati Uniti ha invece affrontato la questione turca, dichiarando che gli Stati Uniti aiuteranno la Turchia a punire i colpevoli del fallito colpo di Stato del 15 luglio scorso. "Ci assicureremo che coloro che hanno realizzato queste attività saranno portati dinanzi alla giustizia", probabilmente riferendosi al nemico numero 1 di Erdogan, il predicatore Fethullah Gülen, da tempo esiliato negli Stati Uniti e considerato dal presidente turco il regista del golpe, anche se finora non sono ancora state presentate prove certe della sua colpevolezza.

Renzi: "Il futuro viaggia veloce e può spaventare. Noi aspettiamo ancora i fatti".

Nel dibattito sui migranti è intervenuto anche il premier italiano Matteo Renzi, tra i leader del G20. "L'Europa – ha detto il presidente del Consiglio – ha uno sguardo miope: l'Italia è in linea con gli arrivi, intorno ai 120mila, lo stesso livello dello scorso anno. Ma non possiamo pensare di accogliere tutti, dobbiamo salvare tutti perché questo richiede l'umanità, ma poi sappiamo che parte di questi non hanno diritto di stare in Italia e vanno rimpatriati". Ha anche parlato di futuro: "Spesso per vedere i risultati delle riforme ci vogliono anni. Il futuro viaggia veloce e può impaurire. Dobbiamo avere più attenzione alla equità e alla uguaglianza: tutti vogliamo una crescita inclusiva, certo, ma abbiamo un nemico comune, la paura".

Non sono infine mancati i ringraziamenti al presidente Usa Barack Obama, che nel corso del suo intervento iniziale ha citato proprio l'Italia come "buon lavoro di governo", e ha ringraziato il presidente cinese, Xi Jinping, per avergli espresso le proprie condoglianze dopo il violento sisma che ha colpito il Centro Italia lo scorso 24 agosto.

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