Fuma sigaretta elettronica e si sente male: aveva dell’acqua nei polmoni
Una 18enne della Pennsylvania (Usa) è finita in ospedale a causa di problemi respiratori. Non si sarebbe nulla di strano se non fosse che il motivo del ricovero nel reparto di terapia intensiva è dovuto al fatto che i medici hanno trovato dell’acqua nei polmoni probabilmente imputabile all’uso della e-cig. Il caso è stato pubblicato recentemente sull'autorevole magazine Pediatrics. Ovviamente, non è stato indicato il nome della paziente per il rispetto della sua privacy. Come tante altre persone, la ragazza della Pennsylvania, che di lavoro fa la cameriera, voleva combattere il vizio del fumo con l’aiuto delle sigarette elettroniche. Evidentemente però qualcosa è andato per il verso sbagliato.
Gli studiosi del Centro medico dell'università di Pittsburgh hanno dichiarato che la 18enne iniziava a tossire ogni volta che inspirava ed espirava il fumo del dispositivo. “È stato necessario ricorrere alla ventilazione meccanica per aiutarla a respirare e drenare i suoi polmoni, dove si era accumulata acqua”, ha spiegato Daniel Weiner, coautore dell’articolo su Pediatrics. Il caso, spiega la testata americana, è stato diagnosticato con una polmonite da ipersensibilità, una sorta di polmonite causata da una reazione allergica. “I prodotti chimici che c’erano nel vapore della sigaretta elettronica hanno causato una reazione allergica che ha portato all’accumulo di liquido nei polmoni. Grazie alla terapia con metilprednisolone endovena, usata nel trattamento di reazioni così gravi, abbiamo ottenuto rapido recupero” scrivono i medici.
Il report evidenzia anche come questo sia il primo caso di polmonite causata da una allergia alle e-cig su una persona adolescente, aspetto che dovrebbe spingere i pediatri a “una maggiore sensibilità” sull’uso di questi dispositivi tra i teenager. Il dottor Casey Sommerfeld, pediatra che ha seguito la giovane, ha spiegato alla CNN come la ragazza, dopo 5 giorni di ricovero, sia riuscita a riprendersi e ad esser dimessa.
“La crisi respiratoria è stata ragionevolmente determinata da una ipersensibilità individuale”, spiega il professor Fabio Beatrice, dell'Università di Torino, Direttore della Struttura Complessa di Otorinolaringoiatria e del Centro Antifumo dell’Ospedale San Giovanni Bosco, sentito dal Corriere della Sera. “La persona affetta da sensibilità allergica può infatti andare incontro ad imprevisti anche gravi proprio in conseguenza della sua genetica individuale, indipendentemente dalla tipologia del prodotto con il quale viene a contatto. Basti pensare che ogni anno in Italia si verificano circa 40 decessi per reazioni allergiche al cibo, un numero che negli Stati Uniti arriva fino a 200 casi l’anno. Un soggetto che presenta dunque una predisposizione allergica dovrebbe quindi orientarsi ad uno stile di vita ancor più attento e rispettoso”, conclude Beatrice.