Frattini: “L’intervento in Libia durerà 3 o 4 settimane”
Le operazioni militari in Libia termineranno nel giro di 3 o 4 settimane. A dichiararlo è stato il Ministro degli Esteri Franco Frattini, che oggi si trovava a Palermo. Una stima che, per Frattini, appare anche eccessivamente prudente: a suo dire, infatti, la possibilità che l'operazione venga portata a termine nel giro di pochi giorni è decisamente verosimile. E a tal proposito ha dichiarato che:
Il tema non è la scadenza, ma come lavorare perché cessino le azioni di protezione militare il più presto possibile. Certamente intensificare la pressione è necessario per poter far partire l'iniziativa politica. Questo è l'esito della riunione di ieri del Gruppo di Contatto, che è stata molto importante.
Il riferimento, chiarissimo, è alla riunione del Gruppo di Contatto che si è tenuta ieri a Roma. Quello che però è emerso dalla riunione non lascia presagire una conclusione immediata della missione né tantomeno una richiesta italiana in tal senso. Il Ministro degli Esteri francese Alain Juppè, a seguito della riunione, ha parlato di un accordo unanime sulla necessità di attuare tutte le forme di pressione, non solo militari, contro il regime di Mu'ammar Gheddafi. Tuttavia, per Juppè, per venire a capo della situazione serviranno mesi, non settimane. Ma quello che forse fa emergere qualche contraddizione di troppo nel comportamento del governo italiano è quanto riferito da William Hague, Ministro degli Esteri britannico. Hague ha dichiarato ai cronisti che "l'Italia non ha intenzione di stabilire alcuna cronologia" sulla durata delle operazioni in terra libica.
Prima della riunione del Gruppo di Contatto Frattini era stato a colloquio con Hillary Clinton. Il Ministro italiano s'era affrettato a ribadire l'impegno italiano su tutte le missioni internazionali, tra le quali, ovviamente, anche quella in Libia. Che l'impegno del'Italia ci sia nessuno lo mette in discussione. Forse, però, andrebbe fatta una riflessione un po' più approfondita sulla compatibilità tra le garanzie da dare agli alleati e le richieste della Lega.
La mozione presentata da Pdl e Lega e votata dall'aula prevede infatti dei paletti alla missione, paletti di cui forse i nostri alleati non sono stati ancora messi al corrente. Il bilanciamento tra interessi nazionali e internazionali appare quindi molto difficile, e, per dirla alla Bossi, anche stavolta bisognerà trovare la quadra.