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Franzoni fuori dal carcere per lavorare, il parroco: “In lei vedo speranza”

Anna Maria Franzoni, la mamma di Cogne condannata a 16 anni con l’accusa di aver ucciso il figlio Samuele, è stata autorizzata a uscire dal carcere per lavorare nella Coop sociale presso la parrocchia di Don Nicolini. È il religioso a raccontare come sta la donna.
A cura di S. P.
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“Direi che ci sono accenni e accenti di speranza”, ha usato queste parole don Giovanni Nicolini – il parroco che ha accolto per lavorare Anna Maria Franzoni – parlando con i giornalisti che gli hanno chiesto come la donna vede il suo futuro. Anna Maria Franzoni è la mamma di Samuele Lorenzi, il bambino che fu ucciso nel 2002 nella loro villetta di Cogne. Secondo la giustizia è stata lei a compiere quel delitto e per questo è stata condannata a scontare 16 anni di carcere. Ora alla Franzoni è stato concesso di uscire dal penitenziario di Bologna per svolgere un lavoro. Ogni mattina viene accompagnata nel laboratorio di sartoria della cooperativa che si trova presso la parrocchia in via Dozza. Cuce delle borse lì. Ed è appunto don Nicolini, il parroco della Dozza, ad aver spiegato cosa fa la donna e come sta. Lei non ha voluto parlare con i giornalisti che questa mattina la aspettavano. “È una situazione che secondo me ha una sua certa forza, non mi sembra una situazione di depressione”, ha spiegato il religioso che ha risposto alle domande dei cronisti facendo però notare come casa sua sia stata invasa.

“Anna Maria è serena” – Una invasione di giornalisti che avrebbe dato dispiacere anche alla stessa mamma di Cogne. Il parroco ha spiegato che lì non si parla mai del passato, non lo fa Anna Maria Franzoni ma nemmeno gli altri detenuti. Si parla solo di oggi e del futuro, ha spiegato. “A volte Anna Maria accenna alla sua fanciullezza, alle abitudini familiari”, ha raccontato il parroco che ha descritto la Franzoni come una donna serena, che lì vive bene. Nella parrocchia Anna Maria Franzoni ha avuto la possibilità di vedere anche i figli. “Ha visto come sono belli i miei figli”, ha chiesto al parroco che sorridente le ha risposto “Sì, sono davvero belli”. Don Nicolini ha spiegato che il percorso che sta seguendo la Franzoni dovrebbe essere più praticato anche per altri carcerati, per aiutarli a trovare una prospettiva che spesso è il problema principale di chi deve prima o poi uscire dal carcere.

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