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Franco Lamolinara, lavorare insieme a Londra per fare piena luce sugli eventi

La morte dell’ingegnere di Gattinara, ostaggio in Nigeria, ha scatenato diverse critiche, sia nei confronti di Londra “colpevole” di aver avvisato il nostro Paese solo a cose già fatte che contro l’Italia stessa, accusata di aver poco peso politico.
A cura di Susanna Picone
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La morte dell’ingegnere di Gattinara, ostaggio in Nigeria, ha scatenato diverse critiche, sia nei confronti di Londra “colpevole” di aver avvisato il nostro Paese solo a cose già fatte che contro l’Italia stessa, accusata di aver poco peso politico.

Verità e non vendetta, invocano i parenti di Franco Lamolinara, l’ostaggio di Gattinara ucciso in Nigeria durante un blitz fallito delle teste di cuoio britanniche. Un “blitz” dagli aspetti non chiari e che ha scatenato, subito dopo aver appreso i fatti, polemiche a tutto campo, malumori delle istituzioni, dal premier Monti al presidente Napolitano, critiche e accuse dei politici avversi al governo e necessità di chiarezza e collaborazione con l’Inghilterra. Perché l’Inghilterra, che come l’Italia ha pagato col sangue il fallimento dell’operazione perdendo anch’essa un ostaggio, Chris McManus, è stata accusata di aver avvertito il nostro Paese “a cose già fatte”, di aver autorizzato il blitz avvenuto in pieno giorno in Nigeria senza aver prima consultato l’Italia.

Le polemiche sulla morte di Lamolinara – Una verità, questa, che nel corso delle ore immediatamente successive ai fatti, è stata al centro delle polemiche, soprattutto quelle dei media britannici. Se dall’Italia, infatti, già dal primo comunicato apparso sul sito del Governo – quello che spiegava della telefonata “informativa” di Cameron – trapelava l’irritazione delle nostre istituzioni, dalle pagine dei giornali britannici l’Italia veniva addirittura accusata di “proteste in malafede”, di un Paese che era stato comunque allertato della possibilità di un’operazione di forza, necessaria dato che gli ostaggi stessi erano in pericolo. La polemica è andata avanti anche nel giorno dei funerali a Gattinara di Franco Lamolinara, mentre le istituzioni e un paese intero hanno partecipato al dolore della famiglia dell’ingegnere.

Il Paese vuole conoscere la verità – Massimo D’Alema, presidente del Copasir, ha sottolineato come va chiarito lo stesso concetto di “blitz” affermando che l’operazione che si è conclusa con la morte degli ostaggi “è stata una battaglia durata almeno un’ora e mezza” e che necessita, perciò, di ulteriori chiarimenti con le autorità britanniche. Chiarimenti richiesti da un intero Paese che, tra l’altro, continua a guardare con preoccupazione anche alla complicata vicenda dei nostri marò in India (storia che, non meno del caso Lamolinara, sta scatenando ormai da un mese violente polemiche) e che ha spinto il Ministro degli Esteri, Giulio Terzi, a parlare ieri in Senato e oggi alla Camera. Prima un minuto di silenzio, in Senato, per ricordare che Lamolinara si trovava in Nigeria solo per fare il suo lavoro e poi il “chiarimento” del ministro che ha smorzato i toni, specificando la “non intenzionalità della tardiva comunicazione” all’Italia del blitz in Nigeria. Un ritardo che non sarebbe dunque stato dettato dal timore che l’Italia potesse opporsi.

“Roma e Londra continueranno a lavorare fianco a fianco” – Poi, alla Camera, Terzi ha nominato il collega britannico William Hague, insieme hanno “convenuto sull’urgenza di condividere tutte le informazioni per facilitare la ricostruzione e fare piena luce sugli eventi”. Terzi ha confermato che Hague arriverà a Roma nei prossimi giorni e che l’Italia e il Regno Unito continueranno a lavorare fianco a fianco nella lotta a ogni forma di terrorismo, tutto in nome dell’ottima collaborazione che avviene già sul piano internazionale. Tutto questo mentre il Governo continua a promettere ed assicurare l’impegno della Farnesina anche per gli altri italiani all'estero, Rossella Urru, Maria Sandra Mariani, Giovanni Lo Porto e i sei marinai della Enrico Ievoli, ancora nelle mani dei sequestratori.

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