Francia, ignorare mail e telefonate fuori dall’orario di lavoro è un diritto
Dal primo gennaio 2017 i lavoratori francesi potranno rivendicare il diritto a ignorare mail, telefonate o a rendersi irreperibile fuori dall'orario d'ufficio: spegnere il cellulare, disattivare internet. Questa sorta di "diritto alla disconnessione" è una delle misure contenute nella Loi Travail, la legge sul lavoro approvata recentemente – che era stata oggetto di grosse contestazioni a cause delle norme sui contratti. L'articolo 55 del pacchetto stabilisce l'obbligo per l'azienda che abbia più di cinquanta dipendenti di mettersi d'accordo con i sindacati circa le modalità di disconnessione, e il divieto di inviare ai dipendenti mail, comunicazioni, messaggi o telefonate fuori dall'orario lavorativo.
Per le aziende che non si adeguano a questa disposizione, tuttavia, non è prevista alcuna sanzione. I sindacati sono comunque soddisfatti della misura. Secondo Jérôme Chemin, rappresentante dei quadri per il sindacato Cfdt, "meglio promuovere il nuovo diritto attraverso negoziati e dialogo nelle imprese che multe e sanzioni. È interesse dell'azienda preservare la salute dei dipendenti. Essere sempre connessi abbassa la qualità del lavoro. Non agiamo più, siamo costretti a reagire di continuo".
Stando ai calcoli del sindacato, un manager viene interrotto da mail, sms o notifiche in media ogni otto minuti, cumulando almeno due ore al giorno di connessione. Considerato che, come ha spiegato Chemin, "ogni impresa ha le sue specificità" e "non ci possono essere regole imposte dall'alto", andranno stabiliti con accordi interni orari ed eventuali condizioni per essere disconnessi. Senza un'intesa, si dovrà adottare una Carta contenente alcuni principi, contando che spesso sono i lavoratori stessi a restare connessi di loro spontanea volontà. "Abbiamo una relazione schizofrenica con i dispositivi connessi", ha precisato Chemin.
Il dibattito sul diritto alla disconnessione è presente da tempo in Europa. In Germania e Gran Bretagna alcune aziende hanno adottato dei provvedimenti in tal senso, mentre in Italia c'è un disegno di legge – cosiddetto sul "lavoro agile" – approvato dalla commissione in Senato che prevede un diritto simile.