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Francesco Schettino salvò la Concordia

Il comandante della nave Costa Concordia avrebbe agito nel migliore dei modi evitando così una tragedia di dimensioni maggiori. A dirlo questa volta non è direttamente Schettino ma Salvatore Ursino, un altro ufficiale (indagato per il naufragio) presente quella notte sul ponte di comando.
A cura di Susanna Picone
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Il comandante della nave Costa Concordia avrebbe agito nel migliore dei modi evitando così una tragedia di dimensioni maggiori. A dirlo questa volta non è direttamente Schettino ma Salvatore Ursino, un altro ufficiale (indagato per il naufragio) presente quella notte sul ponte di comando.

Il comandante della Costa Concordia Francesco Schettino non è solo nel portare avanti la sua “difesa” in merito alla terribile notte del naufragio della sua nave. Ormai libero dagli arresti domiciliari Schettino ha iniziato a parlare, è andato in televisione ribadendo i suoi meriti, convinto che la tragedia sarebbe stata ancor più grande senza il suo intervento. Ed ora, a sei mesi di distanza da quella notte durante la quale sono morte 32 persone, c’è una nuova persona pronta ad elogiarlo. È Salvatore Ursino, secondo ufficiale di coperta nella plancia di comando della nave: “Schettino ha fatto bene ad aspettare per dare l’evacuazione della nave perché se avesse gettato le ancore ancora al largo la tragedia sarebbe stata di dimensioni ben più ampie”.

La manovra da lui effettuata non è stata casuale e ha evitato altri morti – Secondo Ursino, che è tra i nove ufficiali indagati per il naufragio del Giglio, Schettino ha insomma gestito al meglio l’emergenza e la manovra da lui effettuata non è stata casuale: “Ha preso una decisione molto giusta, evitando di dare fondo alle ancore al largo, e ha temporeggiato per fare in modo che la nave arrivasse sulla costa. È stato Schettino a portare la nave a spiaggiare”. Senza il suo intervento, insomma, secondo l’ufficiale sarebbero morte annegate molte più persone.

“La scatola nera darà ragione al comandante” – Ursino ha parlato a margine della seconda udienza per l’incidente probatorio a Grosseto, rinviata al 15 ottobre per la richiesta dei periti di lavorare ancora sulla scatola nera. Quella scatola nera che dunque dovrebbe dare ragione al comandante Schettino. Salvatore Ursino ha fatto riferimento anche al famoso inchino della nave che, a suo dire, era solo "navigazione turistica" e ha parlato di Domnica Cemortan, la moldava anch’essa presente sul ponte di comando al momento dell’impatto con lo scoglio: “Domnica era sul ponte come ospite, dopo l’ho persa di vista perché avevo altre cose da fare”.

UPDATE – Il diretto interessato Salvatore Ursino ha contattato la nostra redazione per fornirci la sua versione di quanto dichiarato a margine dell’udienza di Grosseto e per precisare quanto segue:

Il sottoscritto non ha mai dichiarato che il comandante Schettino avrebbe gestito al meglio l’emergenza, che la scatola nera darebbe ragione allo stesso, che avrebbe fatto bene ad aspettare per dare l’evacuazione, (che attinenza c’è tra il dare fondo alle ancore e la procedura di evacuazione della nave?). HO SOLO DICHIARATO CHE IL TEMPOREGGIARE NEL DAR FONDO ALLE ANCORE HA LIMITATO I DANNI. Tutt'altra cosa sono l’emergenza generale e l’abbandono della nave, comunque mai citati.

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