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La salma del carabiniere Manuele Braj morto in Afghanistan torna in Italia
Le immagini dell’arrivo del feretro del carabiniere 30enne ucciso da un attentato in Afghanistan. L’aereo che lo trasportava è atterrato stamane a Ciampino, ad attenderlo la sua famiglia e le istituzioni.

Il carabiniere ucciso in Afghanistan in un attacco talebano è tornato in patria atterrando stamane all’aeroporto militare di Ciampino.

Manuele Braj lascia una moglie 28enne e un figlio di appena 8 mesi: erano entrambi a Ciampino, stamane, per salutare il carabiniere caduto.

Ad attendere il feretro c’erano anche i presidenti del Senato, Renato Schifani e della Camera, Gianfranco Fini. Alle 16, prima dei funerali solenni, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aprirà la camera ardente all’ospedale militare del Celio. Alle 19 presso la basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma, si terranno le esequie solenni.

Il corpo di Manuele Braj, avvolto nel tricolore, è sceso dall’aereo portato a spalla dai commilitoni del 13° Reggimento Friuli Venezia Giulia al quale il carabiniere apparteneva. Nell’attentato che l’ha ucciso anche altri due militari sono rimasti feriti.

Un picchetto interforze sulla pista per il giovane carabiniere caduto in Afghanistan. C’è stata poi la benedizione della salma da parte del cappellano militare del comando generale dell’Arma, Mons. Ugo Borlenghi, e l’omaggio del presidente Schifani che ha sostato dinanzi al feretro.

Oltre alla moglie e il figlio del carabiniere, da Collepasso sono giunti a Roma i genitori, i suoceri e il sindaco della città. Nel paese del Salento da cui provengono è lutto cittadino già da ieri e fino a domani, giorno dei funerali, le bandiere saranno a mezz\'asta mentre le attività del consiglio comunale sono rinviate.
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