Fornero, dopo le pensioni ora è il momento della riforma del lavoro
Dopo l'approvazione della Manovra Monti alla Camera il Governo si sente più sicuro e non teme alcuna imboscata quando il provvedimento economico sarà discusso al Senato. Né è convinta il Ministro Elsa Fornero che anzi rilancia per una prossima riforma del mercato del Lavoro, nuovo obiettivo di questo Esecutivo. La Fornero oggi in un'intervista al Corriere fa il punto della situazione rivendicando le positive misure varate nel cosiddetto decreto salva Italia per quanto riguarda le Pensioni e la lotta ai privilegi, promettendo però ulteriori interventi nei prossimi mesi.
Il Ministro del lavoro ha più volte spiegato il suo punto di vista e anche questa volta è stata chiara, l'obiettivo finale è "una riforma del ciclo della vita" del cittadino italiano che comprenda un mercato del lavoro più aperto e al contempo equo dal punto di vista generazionale e che infine porti alla pensione il più tardi possibile. I punti cardine di questo progetto sono il contratto unico per tutti i lavoratori che tuteli allo stesso modo giovani ed anziani e retribuzioni legate strettamente alla produttività.
La riforma dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori
In realtà l'intento del Ministro Fornero sembra più una rivoluzione che una riforma, visto che presuppone di cambiare completamente il modello di lavoro su cui si è basato fino ad oggi il nostro Paese. I problemi di un simile approccio sono molteplici, in primis la ridiscussione dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratorisu, su cui i sindacati daranno battaglia e che la Fornero non reputa un totem intoccabile. Fondamentale è anche il passaggio a retribuzioni che seguono l'andamento della vita, cioè più basse all'inizio del percorso lavorativo, maggiori nel pieno dell'attività e di nuovo inferiori al termine, con l'invecchiamento e la naturale diminuzione della produttività.
Nel campo del lavoro, il problema maggiore dell'Italia per la Fornero è la scelta di aver caricato tutti gli oneri sulle nuove generazioni, che sono meno tutelate e anche meno pagate, soprattutto le giovani donne. Una simile riforma, però, a differenza delle pensioni, andrà applicata in maniera più graduale come confermato dallo stesso Premier Monti, e richiede al Governo uno sforzo maggiore in termini di analisi del contesto per essere realmente pronto quando inizieranno le trattative, forse già a Gennaio.